Campione ai Mondiali di corsa in montagna negli anni ottanta e ora presidente dell’asd Running team Conegliano: è questa la storia di Maurizio Simonetti che, con semplicità e orgoglio, ha raccontato gli anni in cui, indossando la maglia della nazionale, ha gareggiato nelle competizioni mondiali, riuscendo a ottenere dei risultati di tutto rispetto.
Oggi Simonetti, classe 1957 e residente nella frazione coneglianese di Scomigo, coltiva la propria passione per l’atletica e la corsa, nel ruolo di presidente dell’associazione sportiva menzionata ed è vice commissario dei Carabinieri in quiescenza, ma sono tanti i ricordi che serba in merito agli anni in Nazionale.
E proprio per questo motivo, Simonetti ha aperto per Qdpnews.it i propri album fotografici, intrisi di foto e ritagli di giornale, per mostrare le immagini del passato a cui è molto legato.
“Ho capito che potevo seguire questa passione in occasione della mia prima gara locale, fatta nel 1978: si trattava della corsa Campocervaro a Cimetta di Codognè, che ho vinto, dove gareggiavano oltre 2 mila partecipanti – ha affermato – Quella gara mi ha fatto comprendere le mie potenzialità, considerato che partecipavano tutti i campioni del Triveneto. Ho corso veloce”.
“L’anno successivo sono entrato nel Corpo forestale (avevo già terminato il servizio militare) e ho fatto decisamente il salto di qualità, perché potevo allenarmi lavorando – ha raccontato – Sono stato anche comandante della stazione di Vittorio Veneto (antincendio boschivo)”.
“Dal 1981-1982 in poi ho vestito per 14 anni la maglia della nazionale e, poi, per 20 anni quella del Corpo forestale – ha continuato – In quegli anni la nostra nazionale di corsa in montagna era fortissima, per 12 anni di fila ha vinto le gare a squadre: è stato un bel periodo. Ora nel settore sono cresciuti moltissimo i Paesi africani”.
Maurizio Simonetti, da parte sua, in quegli anni ha partecipato a svariate competizioni, vestendo la maglia azzurra sia in gare individuali che a squadra, oltre a mezze maratone e ad altre tipologie di gara.
“Ho partecipato in tutto a quattro Mondiali – ha raccontato – Nel 1985 ho vinto un secondo posto assoluto e un primo posto a squadre alla Coppa del Mondo di San Vigilio di Marebbe (Bolzano, ndr), mentre l’anno successivo ho gareggiato al Mondiale di Morbegno in Valtellina, dove sono arrivato primo nella gara individuale e primo anche con la squadra della nazionale”.
“Nel 1987, a Lenzerheide in Svizzera, ho ottenuto un quarto posto individuale e il primo in squadra – ha continuato – Nel 1988, invece, a Edimburgo (in Scozia) sono arrivato ottavo nella gara individuale e ho contribuito al primo posto del team. Ho gareggiato anche alla Coppa Europa di Verona, nel 1983, dove sono arrivato secondo nella gara individuale e primo in squadra”.
“Mi piaceva fare le corse campestri: il mio fisico si adattava sia al fango che alla neve – ha raccontato – Ho fatto corse in montagna oltre i 20 chilometri e gare come la Bassano-Ossario del Monte Grappa, un percorso da 31 chilometri e mezzo (con 1.700 metri di dislivello). Quella gara l’ho vinta in due ore e 44 secondi: è stata una delle mie più belle vittorie”.
Tra le vittorie di Simonetti ci sono la Maratona di Milano (vinta due volte), la Due Rocche (Asolo-Cornuda) di 14 chilometri e completata in 43 minuti.
“Mi adattavo a questo tipo di manifestazioni – ha spiegato – Poi sono diventato comandante in varie forestali e successivamente direttore sportivo della squadra di ciclismo femminile Diadora-Pasta Zara, dove abbiamo ‘cresciuto’ Tatiana Guderzo, vincitrice delle Olimpiadi di Pechino (nel 2008, ndr) e c’era anche Giorgia Bronzini. In questa maniera, oltre all’atletica ho conosciuto anche il mondo del ciclismo”.
Ora, con l’asd Running Team Conegliano, Simonetti si occupa di eventi in collaborazione con le amministrazioni comunali, e non solo: “Per due anni Linus mi ha incaricato di organizzare la Deejay ten a Lignano Sabbiadoro, con migliaia di partecipanti”, ha spiegato.
Ma quali sono i ricordi di tanti anni di gare? “Sicuramente è stata una carriera impegnativa e i ricordi più belli sono quelli dei molti allenamenti fatti, che mi hanno permesso di scoprire la bellezza delle nostre zone – la sua risposta – Facevo anche il Muro di Ca’ del Poggio, per capire quali fossero le mie condizioni fisiche, mentre percorrevo 25-30 chilometri ogni giorno. Come Nazionale eravamo super seguiti”.
“Non ho mai avuto grossi infortuni e per uno sportivo è importante l’alimentazione, ascoltando i dietologi, che è un vantaggio per l’atleta – ha spiegato – Per le nuove generazioni consiglio di dare loro la libertà di scelta nello sport: mia figlia ha giocato a pallavolo, fino alla serie A1, mentre le nipotine stanno spaziando con lo sport”.
“I giovani non devono essere forzati dai genitori e consiglio di fare attività sportiva, con sacrifici e fatica – ha concluso – In ambito sportivo sono molto felice di quello che ho dato, a me stesso e soprattutto alla nostra Nazione”.
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