Oggi il centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini: per un periodo visse e frequentò le scuole a Conegliano

Sono passati 100 anni da quel 5 marzo 1922 in cui nacque Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta, regista e drammaturgo tanto noto quanto al centro di dibattiti e polemiche, a causa del suo anticonformismo troppo accentuato secondo quello che era il “gusto borghese” dell’epoca.

Nato nel bolognese da un ufficiale di fanteria e da una maestra originaria dalla terra friulana di Casarsa della Delizia, Pier Paolo e la sua famiglia furono costretti a diversi trasferimenti, a causa della professione del padre.

Per un certo periodo visse e frequentò, a più riprese, le scuole anche a Conegliano, città dove si recò prima nel 1923 e poi nel 1927, anno in cui frequentò la prima elementare, per poi tornare durante il primo trimestre dell’anno scolastico 1932-1933, quando nella città del Cima ogni mattina si recava in treno da Sacile (svegliandosi all’alba) per partecipare alle lezioni della prima media, prima del trasloco a Cremona.

E proprio a Conegliano, lo scorso giovedì 3 marzo, l’intellettuale è stato ricordato, tramite una serie di letture pubbliche tenutesi al bar Radiogolden, ai giardini di San Martino.
Pasolini seguirà la propria passione per la scrittura, laureandosi in Lettere a Bologna. Prima della fama letteraria, Pasolini lavorò anche come insegnante e correttore di bozze per sbarcare il lunario.

Anticonformista, al centro del giudizio e delle polemiche, i suoi scritti ma anche il suo stile di vita furono spesso al centro di dibattiti: la sua omosessualità gli valse sferrate critiche e non solo. Si stima, infatti, che nel corso della sua vita Pasolini ricevette oltre 24 tra denunce e querele, mentre gli furono addebitati fatti ed episodi per i quali, però, non venne trovata alcuna prova.

Nonostante ciò, il suo nome riuscì a collocarsi tra quelli dei grandi della letteratura italiana contemporanea e con il suo lavoro Pasolini ottenne l’apprezzamento da parte di profili di spicco come Giorgio Caproni, Carlo Emilio Gadda e Attilio Bertolucci

La sua pagina letteraria, così schietta e tesa ad affrontare problematiche di non poco conto, ancora oggi, a distanza di tempo, stimola l’interesse della critica e della ricerca, divenendo protagonista di interventi in occasione dei vari convegni accademici organizzati. Inoltre, è uno degli argomenti principali nei programmi dei corsi di letteratura italiana contemporanea degli atenei.

Tante le opere degne di pregio che Pier Paolo fu in grado di concepire durante la propria carriera letteraria, dalle “Poesie a Casarsa” del 1942, che si riferiscono alla località friulana dove risiedeva la famiglia del ramo materno e dove lui stesso visse con continuità dal 1942 al 1950, ai romanzi “La meglio gioventù” del 1954 e “Ragazzi di vita” del 1955, quest’ultimo una delle sue maggiori opere di successo ma anche tra le più discusse, perché tratta il problema della prostituzione omosessuale maschile. Ma non bisogna dimenticare neppure le tanto dibattute liriche raccolte nelle “Ceneri di Gramsci” (1957).

Sono solo alcuni dei titoli che caratterizzano la sua carriera, che conta anche lavori da regista con i film come “Accattone” (1961), “Il Vangelo secondo Matteo” (1964) e “Il Decameron” (1971).

Ma il nome di Pasolini è noto anche alle cronache per la tragica fine che fece: il letterato morì il 2 novembre del 1975, a soli 53 anni, assassinato e travolto con la sua stessa macchina sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. Il cadavere venne rinvenuto da una donna e il primo indiziato, poi incolpato del delitto, fu Giuseppe “Pino” Pelosi, un “ragazzo di vita” di 17 anni, con cui il letterato si sarebbe appartato, su promessa di un compenso in denaro. Tra i due sarebbe scoppiata una lite poi finita tragicamente.

Un fatto di cronaca che, tuttavia, lasciò molti dubbi (e ne lascia ancora oggi) a causa delle diverse falle presenti nel racconto dell’imputato, tanto che la giornalista Oriana Fallaci, ad esempio, ipotizzò il coinvolgimento di altre persone nell’assassinio e lo stesso Pelosi, in un’intervista del 12 settembre 2008, fece i nomi dei suoi presunti complici, taciuti per lungo tempo, a suo dire, per proteggere l’incolumità della propria famiglia.

Fatti che vennero rievocati anche in “Pasolini, un delitto italiano”, noto film del 1995 di Marco Tullio Giordana.

Non si saprà mai cosa successe davvero quella notte di novembre, ma intanto il nome di Pasolini, la sua scrittura e la sua visione anticonfomista della vita sono aspetti destinati a rimanere intramontabili.

Di recente pubblicazione è il volume “Caro Pier Paolo” dell’amica Dacia Maraini, una raccolta di scritti e lettere aperte che la scrittrice gli ha indirizzato, mentre non bisogna dimenticare l’incessante lavoro svolto dal Centro studi “Pier Paolo Pasolini” a Casarsa della Delizia.

A noi resta la potenza espressiva della scrittura pasoliniana, così evocativa nel descrivere i temi veri della realtà: “La luce/del futuro non cessa un solo istante/di ferirci: è qui, che brucia/in ogni nostro atto quotidiano,/angoscia anche nella fiducia/che ci dà vita, nell’impeto gobettiano/verso questi operai, che muti innalzano,/nel rione dell’altro fronte umano,/il loro rosso straccio di speranza (‘Il pianto della scavatrice’, da ‘Le ceneri di Gramsci’, 1957)”.

(Foto: Regione Friuli Venezia Giulia).
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