“Sarà un Borgo Verde”: il nuovo volto dell’ex Zanussi secondo l’architetto Boeri

Sarà un borgo e noi vorremmo chiamarlo Borgo Verde“: è risultata chiara la visione che l’architetto Stefano Boeri ha del futuro dell’ex area Zanussi a Conegliano, da ex “buco nero” urbano, senza immediata risoluzione, a spazio dove il verde e la sostenibilità la faranno da padroni.

L’architetto chiamato dalla proprietà del terreno, il gruppo Grigolin, è arrivato nel tardo pomeriggio di oggi al “Dina Orsi”, accolto dall’amministrazione comunale per presentare il progetto alla città, conscio di poter ricevere sia il plauso che possibili critiche da parte della platea.

Un confronto con la popolazione al quale l’architetto ha affermato di essere abituato: non è la prima volta che illustra a una città le intenzioni progettuali del suo studio.

“Trovo che sia un bene raccontare quando si cambia un pezzo della città. Abbiamo colto l’opportunità di questa proposta di progettazione – è la premessa fatta da Boeri – Si tratta di un’area cruciale di Conegliano, a cui deve essere restituito il proprio ruolo: è un luogo che può avere una formidabile attrattività”.

“La mia impressione ha riguardato la vastità dell’area, immensa, con alle spalle una storia importante, con fasi diverse di sviluppo e di crescita – ha proseguito – Come area dismessa è particolare, vista la sua vicinanza al centro storico”.

Una prima impressione che si è accompagnata alla consapevolezza di avere di fronte “uno dei grandi poli produttivi che ha dato economia e speranza” a tante persone.

In fatto di collocazione, in effetti l’ex Zanussi è contigua anche alla stazione ferroviaria, tra le varie cose, e per questo sarà la destinazione per tutta una serie di servizi per la città, con nuove funzioni pubbliche e collettive.

Finalità che porteranno con sé la valorizzazione del verde, un efficientemento energetico traducibile nel posizionamento di ricettori solari sulla copertura degli edifici, sui percorsi pedonali e “all’occorrenza integrati nelle facciate”. Prevista inoltre la de-impermeabilizzazione del suolo.

Alla luce di ciò, Boeri ha chiarito che non si tratterà di una progettazione “per frammenti”, ma ci sarà un’unità di insieme, che non vedrà un consumo di suolo, bensì il recupero dell’esistente.

“Sarà un quartiere con una sua autonomia e i suoi collegamenti – ha aggiunto – Un sistema di architettura verde. Siamo aperti a un confronto e a idee sottoposte a un processo di partecipazione. Noi cerchiamo di fare il meglio con idee innovative e sostenibili. La nostra è un’idea strutturata“.

Il masterplan comprende una serie di nuovi giardini pubblici (finalizzati allo sport e al gioco) e una zona potenzialmente finalizzata al trasferimento del mercato rionale

Sul fronte di una possibile collocazione scolastica in loco, come in principio ipotizzato, questa si concretizzerà nella sistemazione di un asilo e di un nido.

Niente bosco verticale (un “marchio di fabbrica” dello studio Boeri), almeno per il momento, perché dai “prezzi improponibili per la città di Conegliano”.

Sarà un “Borgo Verde” a tutti gli effetti, quindi, come rimarcato più volte da Boeri, nome a cui sarà associato un logo specifico.

A riprova di ciò l’architetto, nel presentare pubblicamente il proprio studio e la sua missione, ha chiarito come siano delle componenti fondamentali per il loro lavoro sia la ricerca che la natura da intendersi quale “elemento essenziale per la rigenerazione urbana”.

Nonostante il futuro dell’ex “buco nero” pare essere tracciato, i tempi sono invece prematuri per delineare le tempistiche di realizzazione. Stessa cosa riguarda la questione di possibili investitori interessati ad aprire delle attività commerciali proprio nella scenografia del “Borgo Verde”.

Un masterplan, quindi che, secondo la lettura data dall’architetto milanese, vuole essere un progetto di rigenerazione urbana, incentrato sulla creazione di spazi e luoghi accessibili, dall’evidente utilità sociale.

Un’area caratterizzata dsll’attenzione al verde, con spazi per il commercio (anche mercatale), zone residenziali, complete di parcheggi privati interrati e connessioni con spazi cittadini esistenti.

Edifici con facciate verdi, allo scopo di creare una bioregolazione naturale delle temperature interne e assorbire la CO2 urbana.

Una nuova veste che si propone di risolvere alcune delle problematiche che interessano da tempo la città ma che, al tempo stesso, vuole fare l’occhiolino anche a possibili platee internazionali, vita la centralità geografica di Conegliano, notoriamente a metà strada tra le Dolomiti e il mare.

Ma non mancheranno neppure aree di sosta pubbliche, pensate per dare soluzione all’annoso problema che da sempre fa discutere in città.

Un’area a pianta circolare, completa di un circuito ciclopedonabile (da ricucire con il reticolato viabilistico esistente). Sarà promossa la mobilità elettrica, con l’installazione di punti di ricarica, mentre verrà tenuto conto del problema del filtraggio delle acque piovane, grazie a una rete tecnologica per la loro raccolta.

Il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, ha ringraziato la ditta Grigolin per questo intervento e per la progettazione prevista, ricordando quanto tutto sia frutto di un “legame tra pubblico e privato”.

“Come si può vedere, siamo di fronte a un problema che ora diventa un’opportunità – ha affermato – Vedo davanti a noi un percorso entusiasmante”.

Un’ex area Zanussi come una sorta di araba fenice: è il paragone che si potrebbe fare, considerate le parole usate per descrivere la zona, che rinasce dalle ceneri di anni bui, dove ad affliggerla non è stata solo la dismissione, ma anche la questione sicurezza.

Professionisti, famiglie e studenti potranno lì trovare una collocazione  secondo il racconto fatto da Chies.

“La sfida è che possa diventare un luogo attrattivo – ha affermato Boeri – Questo è un territorio che si gioca una carta straordinaria“.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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