Terza puntata dei versi del cuore dell’autore coneglianese Giuseppe Berton con “Mille anni”

Terza puntata per la nuova rubrica dedicata ai versi poetici del dottor Giuseppe Berton, noto medico cardiologo, nonché fondatore e presidente dell’ABC Study on Heart Disease Foundation onlus, con sede all’ospedale civile De Gironcoli di Conegliano, e responsabile del progetto regionale veneto per la ricerca su malattia coronarica e neoplasia.

Il suo libro “Prima di dirti amore” (edito da Aletti, Roma, 2021) raccoglie diverse poesie suddivise in cinque sezioni – L’ultima sera dell’anno, Marocco, In un sospiro, Una volta ho scritto una poesia, Prima di dirti amore – ed è stato scritto sia in italiano che in inglese.

MILLE ANNI

Forse tu camminavi, leggera,
sull’erba variopinta,
e sulla terra, argentata di foglie,

dove la tua isola nasceva,
dall’acqua,
dal vento.

Meraviglia dell’Ellade,
respiro d’Oriente
tormento dell’Anima.

Forse tessevi la tela,
incantevole ragazza, mentre il sole
si spandeva sul mare, e su te.

Forse palpitavi nel petto,
ed Eros che scioglie le membra
ti assillava la notte,

ed eri soggiogata dal desiderio
e dagli affanni angosciosi.
Dolce ragazza, coronata di viole.

E supplicavi Afrodite,
dal trono variopinto, di non prostrare
con ansie e tormenti, il tuo animo.

E la chiamavi, perché
aggiogando un carro d’oro venisse,
per liberarti dai tormentosi affanni.

Un dolore antico, quasi nascosto,
nelle radici della vita, nei tuoi occhi profondi,
attraversa ancora il nostro sguardo.

Quando Atthis è andata via,
avevi un fazzoletto gocciolante
di lacrime, cadute nel mare.

Quando Cleis diletta ti ha portato
un fiore, tu hai pensato:
vale più di tutto il regno di Lidia.

Quando sul seno di una tenera
compagna hai appoggiato il viso,
il tuo cuore ha avuto ristoro.

Questa notte,
sotto le stelle inquiete,
ti ho dato un bacio, leggero,

mentre le Pleiadi, care ai naviganti,
tramontavano,
su noi, su tutto.

Mille anni dopo,
ho sentito un poeta dire le tue parole,
leggiadre e incantevoli.

Mille anni dopo,
ho sentito un musicante cantare il tuo canto,
ho sentito una ragazza respirare il tuo respiro.

Mille anni dopo,
gli stessi palpiti nel petto,
gli stessi baci, le stesse parole,

ci danno vita di nuovo.
Ed Eros che scioglie le membra,
ancora ci toglie il dolce sonno.

Nota alla poesia:
Forse la Grecia preclassica è stata parte della fanciullezza del mondo.
Forse i sentimenti più profondi dell’animo restano gli stessi attraverso mille anni.

Qui la raccolta completa.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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