Torna il “caso antenna”: Fratelli d’Italia contesta l’assenza di Conegliano dal regolamento dei Comuni pedemontani. La replica di Toppan

A Conegliano torna di nuovo il “caso antenne”: all’indomani della notizia che vede l’unione di 11 Comuni dell’area della Pedemontana per la creazione di un regolamento tale da disciplinare la posa delle stazioni radio sul territorio (vedi articolo), il circolo coneglianese di Fratelli d’Italia si è dimostrato critico sulla posizione del Comune di Conegliano su questo fronte.

“Qualcosa non quadra”, è la premessa fatta dal circolo: “È inconcepibile che Conegliano non rientri nell’iniziativa di 11 Comuni della Pedemontana, atta ad evitare l’edificazione di antenne 5G a totale discrezionalità delle compagnie telefoniche, anche
in siti privati. Il fatto di non rientrare in questo pool di Comuni mette molti dubbi sulla promessa dell’assessore-vicesindaco Claudio Toppan che, in consiglio comunale, alla nostra interpellanza rispondeva: “Aderiremo a eventuali nuove iniziative con altri Comuni per opporci alla legge antenna selvaggia'”.

“I nostri dubbi, riscontrata l’assenza di Conegliano dal pool di 11 Comuni, sono basati sul fatto che l’amministrazione possa depauperare le casse comunali e vada a usufruire dei privati – continua la nota – e che, comunque, non si prenda a cuore questa questione delle troppe colossali antenne che sorgono indiscriminatamente nel nostro Comune, ben
sapendo che le ordinanze di un singolo sindaco non avrebbero alcuna valenza di fronte alla legge nazionale attuale”.

Fratelli d’Italia ha ribadito che l’iniziativa dei Comuni della Pedemontana, sostanzialmente, andrebbe a opporsi alla legge “voluta nel 2020 dal governo Conte”, che “permetterebbe l’innalzamento di antenne di telefonia 5G ovunque le compagnie telefoniche decidano di metterle”. “La giurisprudenza ha affermato che, di fronte alla comune presa di posizione e a un programma di più amministrazioni che stabiliscano siti comunali a ciò predestinati, – conclude il circolo – le compagnie non potranno erigere antenne ovunque e, in particolare, in siti privati. Si eviterebbe perciò di favorire indirettamente i privati con canoni di locazione che il Comune andrebbe invece a perdere”.

Di fronte a tali parole lo stesso vicesindaco ha replicato che, sostanzialmente, il Comune di Conegliano ha già aderito alle fasi di lavorazione di un altro regolamento, analogo negli obiettivi a quello citato, che vede coinvolti il CIT e Savno, assieme a una cordata di oltre 40 Comuni: un regolamento che dovrebbe essere pronto “non prima della fine dell’anno”, come riferito da Toppan.

La progettazione del regolamento, intanto, sarebbe già stata affidata ad uno studio. Il vicesindaco ha inoltre ricordato che il territorio comunale predisponeva già di un piano antenne, redatto nel 2004, “che aveva messo in sicurezza le aree protette considerate sensibili” ma, allo stato attuale e di fronte alle nuove normative, con il regolamento in fase di elaborazione sarà possibile far fronte alle novità in materia.

“Abbiamo già aderito al piano del CIT e di Savno ed è già stato individuato lo studio per la sua progettazione – è la dichiarazione di Toppan – Conegliano dal 2004 aveva un piano antenne che individua i siti sensibili e traccia una circonferenza attorno a essi di 150 metri di ‘non installazione’, per salvaguardarli”.

“In questo modo noi avremo una revisione del nostro piano antenne, inserendo anche le recenti normative che hanno un po’ liberalizzato l’installazione: è diventato molto più semplice farlo per i gestori, i quali si possono rivolgere sia al privato che al pubblico – ha continuato – C’è un conflitto, considerando che il futuro è l’utilizzo di Internet ed i due anni di Covid l’hanno dimostrato (ci siamo trovati un po’ tutti improvvisamente a fare videoconferenze e a lavorare da remoto)”.

“Noi, la prima cosa che potremo fare è quella di individuare dei siti di proprietà del Comune, in maniera tale che, se dovesse servire l’installazione di qualche antenna, abbiamo già delle aree da poter proporre, – ha proseguito – facendo anche delle valutazioni di opportunità, dal punto di vista paesaggistico e di vivibilità, così che le antenne non finiscano in prossimità dei centri densamente abitati”.

Questo nuovo regolamento, inoltre, andrà a “individuare se i parchi giochi attrezzati sono da considerare dei siti sensibili, cosa che prima non lo erano, perché si presume che nel parco non ci sia una permanenza di tante ore, come invece avviene a scuola”.

“Presumo che, se la legge ce lo consentirà – ha concluso Toppan – inseriremo nel regolamento anche i parchi: è tutto da verificare e saranno i tecnici incaricati a darcene notizia e ad applicare quello che è possibile applicare, con un’installazione che non deturpi il territorio e allo stesso tempo sia garante della salute del cittadino”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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