Avevano “investito” in più tranches 40 mila euro, ma i benefici erano solo virtuali. E per questo hanno denunciato ai carabinieri della stazione di Cordignano l’inganno subito, per il quale al termine di una mirata attività investigativa i militari hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Treviso per il reato di truffa Fabio Gaiatto, 44enne di Portogruaro, ex titolare della società “Venice Investiment Group ltd” e già detenuto in carcere a Tolmezzo.
Le indagini sono state avviate nel mese di ottobre 2018 sulla querela presentata da C. D. e suo figlio A.D. I due hanno riferito che verso i primi giorni del mese di marzo 2017 circa, un venditore di materiali, P.S., con il quale negli anni aveva instaurato un ottimo rapporto di fiducia, suggeriva un affare finanziario legato ad un suo conoscente, a suo dire vantaggioso nei termini economici e di prospettato guadagno, riconducibile ad una società estera, ed esterna dal circuito interbancario. Incuriosito, C.D.si fece dare il contatto di S.L., broker della società Venice Investiment Gruoup Ltd. Mentre D.C. stava meditando in merito alla proposta, P.S. coglieva ogni occasione in cui lo incontrava domandandogli se avesse contattato S.L. e se le cose stessero andando per il meglio, rassicurandolo che sarebbe stato un ottimo investimento.
E alla fine C.D., convinto della bontà dell’affare contattava S.L. e decideva di sottoscrivere il contratto con la promessa che avrebbe versato una somma iniziale di 15 mila euro che avrebbe lasciato gestire al fondo, e che i guadagni venissero posti a cumulo del capitale iniziale. Non solo. S.L., chiese anche se poteva installare sul suo telefono cellulare in uso, un link che avrebbe permesso a C.D., quando lo desiderava, di osservare i movimenti del suo fondo, quindi gli andamenti e relativi guadagni.
Nei giorni successivi constatando dal dispositivo elettronico che i guadagni erano sempre in positivo, e quindi era felice del suo investimento, C.D. versava altri 15mila euro, sempre a favore della “Venice lnvestiment Group Ltd”, sottoponendo anche al figlio A.D. la cosa. Il figlio allettato da una prospettiva di forte guadagno, a sua volta nell’ottobre 2017 incontrava S.L. e seguiva come il padre, la prassi di sottoscrizione del contratto con la promessa che avrebbe versato una somma di 10 mila euro, dando indicazioni che sarebbe stato il fondo a gestire tale somma, e i successivi guadagni dovevano essere posti a cumulo del capitale iniziale. Ovviamente installando il link che segnalava i “lauti” guadagni.
Fino a settembre 2018 quando i due hanno appreso dalla stampa che Fabio Gaiatto, probabilmente il proprietario o legale rappresentante della società “Venice Investiment Group Ltd”, era stato arrestato dalla Guardia di Finanza per avere truffato 3.000 clienti. A questo punto padre e figlio hanno chiamato il broker S.L. che cercava di minimizzare, e il fornitore P.S. che invece si diceva dispiaciuto del danno economico subito dai due clienti, proponendo loro di rivolgersi ad un legale che stava già assistendo numerose persone gravate dal mal comportamento di quella società.
Alla fine i due imprenditori non sono riusciti a recupere i 40 mila euro investiti alla società “Venice Investiment Group Ltd” e hanno presentato la denucia a loro volta. Sono in corso gli accertamenti per valutare un’eventuale responsabilità anche di P.S. e S.L. in concorso nella truffa posta in essere dalla società di Fabio Gaiatto.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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