Le chiese di Cordignano e Villa Belvedere, come perenne testimonianza di fede a partire dal 400 dC

Nella piazza principale del paese sorge la chiesa plebanale dedicata a San Cassiano e Maria Assunta, citata per la prima volta nel 1074. Recenti indagini archeologiche hanno però messo in luce la sovrapposizione di ben quattro edifici a partire dal V secolo. La struttura attuale, consacrata nel 1635 dal patriarca di Aquileia Marco Gradenigo, è stata ristrutturata dopo il terremoto del 1936.

La facciata a capanna è tripartita da coppie di lesene di ordine ionico, sovrastate da un frontone, sui cui poggiano tre statue. La parte centrale ospita il portale rettangolare con timpano spezzato e nicchia contenente la statua di un Angelo, mentre nelle parti laterali altre due nicchie contengono statue di Santi. Discosto dalla chiesa svetta un elegante campanile con base in pietra di Sarone e punta in rame, inaugurato nel 1954.

All’interno l’unica navata si chiude con il presbiterio rialzato e ornato di un altare barocco, che porta alla sommità la statua di San Cassiano e al centro la pala della Madonna in trono e santi di Agostino Ridolfi da Belluno. Mentre le pareti laterali del presbiterio sono coperte dalle grandi tele dell’Ultima cena di Marco Vecellio e del Miracolo dell’ostia di Anzolo Lion, sull’ultimo altare di destra il dipinto del Battesimo di Gesù è attribuibile a Domenico Tintoretto.

Il monumentale altare ligneo della Madonna del Carmine (ora di San Francesco) è stato realizzato nel 1648 da Zambatta e Andrea Ghirlanduzzi da Ceneda. Il fornice contiene una tela di Palma il Giovane raffigurante una Crocifissione, a cui partecipa l’eroe veneziano Giovanni Battista Grimani, che due anni prima aveva bloccato nel porto di Nauplía in Morea la flotta turca.

Ai Ghirlanduzzi è attribuito anche il ciclo di sei statue di Profeti (di cui è riconoscibile solo Ezechiele), posizionate nella cappella laterale in nicchie ricavate nell’intercolunnio delle colonne parietali. Nell’affresco dell’Apoteosi dell’Assunta di Giovanni De Min da Belluno (1842), realizzato sul soffitto della navata, una spirale di putti e angeli accompagna Maria al cielo, ove la Trinità attende per incoronarla.

La chiesa conserva ancora un pulpito ligneo e un antico organo (1775), opera di Francesco Dacci restaurata da Gaetano Zanfretta (1898). La particolarità che rese nei secoli questa chiesa motivo di grande afflusso di pellegrini è legata all’immagine taumaturgica della Madonna del Carmelo, donata alla parrocchiale da Paolin de Pol da Muda (1644), ora custodita in una nicchia con cornice lignea intagliata e dorata dai fratelli Ghirlanduzzi (1648).

La chiesa è ritornata all’antico splendore dopo i lunghi e accurati restauri inaugurati nel 2021, che hanno restituito alla collettività un “bene storico-ambientale che i nostri padri ci hanno lasciato in dote come risorsa” (don Claudio Carniel).

Adagiata sulle colline a nord di Cordignano, si trova la chiesa dei Santi Gottardo e Pancrazio di Belvedere. Attestata nel 1528, fu riedificata nel 1872 e consacrata nel 1942. Una lunga scalinata la pone rialzata rispetto al piano stradale. La facciata a capanna è caratterizzata da un portale rettangolare, posto al centro di una tripartizione effettuata da quattro lesene di ordine ionico.

Addossata sulla destra vi è la torre campanaria. Attribuita a Silvestro Arnosti da Ceneda (allievo di Marco Vecellio) è la pala della Madonna con Bambino (1604), invocata assieme ai patroni Pancrazio (martire frigio del IV secolo garante dei contratti agrari) e Gotthard di Hildesheim (vescovo bavarese dell’XI secolo protettore della salute degli animali).

(Fonte: Maria Teresa Tolotto – Giuliano Ros).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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