Fare memoria perché i giovani d’oggi possano attingere a quell’esempio di vita. Anche quest’anno nel cuore del bosco del Cansiglio in località Lamar di Cordignano seicento persone hanno preso parte alla Festa dei Carbonai. Ad organizzarla l’Associazione Pro Belvedere di Villa di Villa.
L’ottantaquattrenne Ottorino Soneghet domenica mattina ha acceso in modo dimostrativo il pojat, spiegando cosa sia e come lo si teneva acceso nel tempo, dando inizio alla cerimonia ufficiale. Alle 11 il parroco don Claudio Carniel ha celebrato la messa, in memoria di Diego Carlet, della omonima segheria. «Diego, di recente scomparso – ha spiegato Edoardo Bonetti, il presidente della Pro Belvedere – era figlio di uno dei fondatori del Parco dei Carbonai. La falegnameria Carlet ci ha fornito il legname per la ristrutturazione del cason, che abbiamo realizzato due anni fa».
«Eravamo sul finire degli anni Quaranta, dopo il termine della seconda guerra mondiale. Era una attività – racconta Ottorino Soneghet – che si svolgeva da marzo a inizio novembre. In montagna c’erano famiglie numerose, anche con dieci figli. Tutti erano impegnati. A quel tempo io ero un bambino e ricordo che gli uomini, i boscaioli, i carbonai, già erano in piedi alle prime luci del giorno. Proseguivano fino a quando tornava il buio. Il mezzogiorno lo calcolavano guardando le ombre sulle piante e solo allora si concedevano una pausa per mangiare qualcosa». Allora mangiavano la polenta con la puina e il formaggio. Qualche volta c’erano patate e fagioli.
«Per poter ottenere il carbone dal pojat era necessario utilizzare il legno duro del faggio. Il pino non è adatto. Dall’accensione del pojat ci volevano venti, trenta giorni per chiudere il ciclo. Le famiglie vivevano nel cason, una casa fatta di legno, dove i letti erano di legno e vi dormivano fino a dieci persone. Come lenzuola si usavano rami di faggio o di pino, qualche coperta. Era una vita dura e molto sacrificata. A fine stagione il carbone fruttava 350/400 mila lire. Erano gli anni 46/47».
Ottorino Soneghet giovedì 13, a mezzogiorno, sarà al Parco dei Carbonai con i ragazzi del Grest della Unità pastorale di Cordignano che dopo aver percorso il Sentiero del Patriarca gusteranno la pastasciutta offerta dalla Pro Belvedere.
Sonia Brescacin, domenica scorsa, in rappresentanza della Regione Veneto ha sottolineato l’importanza di tramandare alle giovani generazioni il patrimonio di sacrifici e di valori delle generazioni che hanno operato in questo settore. Il sindaco Roberto Campagna ha ringraziato i volontari della Pro Belvedere sia per l’impegno che mostrano nell’organizzare ogni anno questo evento, che nella cura delle strutture e dell’ambiente naturale, meraviglioso, adatto a soggiornarvi e a svolgere delle pratiche sportive dalle semplici camminate alla montain bike (al parco dei Carbonai ci sono anche delle colonnine per consentire la ricarica delle bici elettriche).
«Invito quanti salgono al parco dei Carbonai – ha sottolineato Roberto Campagna – al rispetto dell’ambiente». E’ l’appello del primo cittadino vale anche per il prossimo fine settimana, quando la Festa proseguirà da venerdì sera a domenica.
(Foto: Pro Belvedere).
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