A cento anni dalla Grande Guerra si rinnova la promessa: questa sera il voto di Soligo per la pace

La comunità di Soligo ricorda il 3 febbraio di un secolo fa, quando la ferocia della Grande Guerra spense all’improvviso la vita di otto residenti della frazione, nel giorno in cui la popolazione fece voto solenne alla Santissima Eucaristia chiedendo la liberazione dalla guerra in cambio dell’acquisto di una lampada votiva. A cento anni da quell’avvenimento la comunità di Soligo vuole rinnovare il voto al Signore attraverso una messa solenne celebrata dal vescovo Corrado Pizziolo che si terrà questa sera, sabato 3 febbraio, alle ore 18.30, nella chiesa parrocchiale.

Nel periodo tra Caporetto e la fine della guerra, il territorio della Sinistra Piave era invaso dagli austriaci. “Le case si spogliavano delle cose più necessarie alla vita e in pochi giorni di un ricco patrimonio bovino non rimanevano che 40 capi di bestiame in tutto il paese: a stento si poté organizzare un servizio di latte per il sostentamento degli ammalati e dei bambini  – scrive nel suo diario l’allora parroco monsignor Giovanni Pasin (nella foto, accanto la lampada) – […] Arrivò il Natale, triste, desolato; l’incubo più nero pesava sulle anime. Ormai la misura era colma; le lacrime, i sospiri traboccavano dal cuore rigonfio”.

Il 3 febbraio quindi, la gente di Soligo, guidata dal proprio parroco, pronunciò un solenne voto alla Santissima Eucaristia con cui chiese la liberazione dalla guerra promettendo di comperare un lampada votiva, che fu effettivamente acquistata nel 1922 ed ora restaurata in occasione del centenario.

Ma, quel giorno “nel pomeriggio,  – continua Pasin nelle sue memorie – mentre la gente usciva di chiesa e si avvicinava alla proprie case, un aeroplano italiano volteggiava nel cielo di Soligo e faceva alcune segnalazioni al Montello. Di lì a poco ecco alcuni schianti improvvisi: gli ufficiali di stanza in canonica si rifugiano precipitosamente dietro la chiesa. I colpi si succedono secchi, taglienti, tambureggianti. Urla, pianti, lamenti soffocati si fanno sentire dal paese. Discendo… e non posso frenare le lacrime dinanzi allo scempio causato da quell’improvvisa raffica di granate. Otto vittime sono pietosamente raccolte, mentre i feriti trovano ricovero e assistenza nell’ospedale”.

Oltre alle otto vittime di quel tragico giorno, altre 14 persone civili, tra cui molti bambini, persero la vita in quei mesi. Sempre per ricordare questo terribile avvenimento, domani, domenica 4 febbraio, alle ore 16, in chiesa si svolgerà un concerto, che avrà come protagonisti il famoso organista Enrico Zanovello e l’apprezzato Coro di Stramare, in cui saranno ricordati i nomi dei morti civili.

(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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