Gli alpini di Farra in visita a Mauthausen, primo lager nazista e campo di prigionia austroungarico: “Il pericolo più grande è l’indifferenza”

Gli alpini di Farra in visita a Mauthausen
Gli alpini di Farra in visita a Mauthausen

Giornata dal grande significato e di non poche emozioni quella trascorsa domenica scorsa da alpini, amici e familiari di Farra di Soligo, Col San Martino e Mosnigo.

Domenica 19 marzo in visita a Mauthausen, il primo campo di sterminio costruito dai nazisti. Nato nel 1938, è divenuto poi il campo principale di altri 49 sparsi nel suolo austriaco.

Gli alpini del Gruppo di Farra hanno voluto rendere omaggio e memoria a quanti, più di 120.000, attraverso le sofferenze inflitte in questo luogo di terrore hanno perso la vita dal 1941 fino alla liberazione del campo, il 5 maggio 1945, da parte dei soldati americani.

L’esperienza del ricordo e della memoria era iniziata per il gruppo alpini nel 2019 con la visita ai campi di Auschwitz e Birchenau. 

Mauthausen, oltre ad essere noto per il triste ruolo di campo di sterminio nazista, durante la prima guerra mondiale fu anche campo di prigionia dell’impero austro-ungarico. A pochi chilometri dal campo c’è un cimitero di guerra internazionale, il Soldatenfriedhof, dove trovano riposo più di 16.000 caduti delle due guerre; tra questi 1.816 italiani della prima guerra e 1.254 caduti italiani della seconda, di questi ultimi 67 provenienti dalla provincia di Treviso. 

In questo cimitero ieri si è tenuta una cerimonia di Onor Caduti, presenti gli alpini con i gagliardetti dei tre gruppi sopracitati, il vessillo della Sezione di Valdobbiadene con il vice presidente Claudio Andreola (nonché capogruppo di Farra) ed il vicesindaco di Farra di Soligo Michele Andreola.

Nell’intervento conclusivo il vicepresidente di Sezione ha voluto rimarcare uno dei pericoli che si è già insinuato nella nostra società: l’indifferenza. Indifferenza per l’altro, spesso anche per i propri valori, indifferenza alimentata dai clic crea e distruggi, della realtà trasfigurata dalla virtualità, dove la vita viene sminuita nei valori della condivisione, della solidarietà e spesso anche della pace. Dove sempre più spesso si è spettatori senza intervenire, dove si lascia spazio alla prepotenza e all’intolleranza, dove si preferisce tirar dritto o guardare da un’altra parte. 

“Deve riemergere quello spirito civile ed alpino che ci richiama alla responsabilità di mantenere il ricordo, celebrare la memoria e lavorare per un futuro migliore” ha concluso Andreola.  

(Foto: Comune di Farra di Soligo – Moriago della Battaglia).
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