La Casa di comunità a Soligo ospiterà medici e infermieri di famiglia, ambulatori specialistici e nuove tecnologie. Perencin: “Darà risposte immediate ai cittadini” 

Stando al progetto potrebbe essere una delle case di comunità “meglio inserite nel contesto paesaggistico in cui si trovano”: quella di Farra di Soligo, posizionata nella frazione di Soligo, nel complesso ospedaliero del Bon Bozzolla, sarà una struttura rinnovata, strategica a livello logistico, a due piani, che garantirà all’Ulss2 Marca Trevigiana un maggiore presidio del territorio dal punto di vista territoriale e uno sgravio del carico di lavoro negli ospedali provinciali.

Il progetto è stato spiegato ieri sera, lunedì 4 dicembre, ai cittadini, durante un incontro pubblico tenuto nell’Auditorium Santo Stefano, con alla presenza del direttore generale dell’Ulss2 Francesco Benazzi.

Andrà a posizionarsi in un fabbricato attualmente in disuso vicino alla casa di riposo, che verrà ristrutturato e potenziato. Per realizzare il progetto sono necessari 2.263.500 euro, 1.800.000 dei quali già ottenuti attraverso un finanziamento PNRR, oltre a 463mila euro da altri fondi, con il solito cronoprogramma stringente che prevede la consegna dei lavori entro il mese di dicembre (verrà realizzata dalla Consip di Vigonza) e l’avvio dei lavori a partire da gennaio 2024.

All’interno della casa di comunità di Farra di Soligo, pensata e fortemente voluta in paese dalla giunta del sindaco Mattia Perencin, saranno presenti sette giorni su sette i medici di famiglia, con una presenza ventiquattrore su ventiquattro, e specialisti ambulatoriali nelle patologie croniche più importanti, dal diabete allo scompenso cardiaco, fino alla bronchite cronica ostruttiva.

Saranno anche presenti almeno sei infermieri “di famiglia”, figure che si occuperanno anche di promozione e di educazione alla salute oltre che delle cure a domicilio, sempre in contatto con il medico di famiglia. Prenderanno posto nell’hub ospedaliero anche un assistente sociale, in accordo con il Comune, un consultorio famigliare, un fisioterapista con una palestra per riabilitazione, un logopedista. Verrà implementato l’utilizzo del teleconsulto con altri specialisti da remoto: il medico di famiglia potrà usufruirne, in un meccanismo che ottimizza i tempi e taglia i costi sociali.

Il centro prelievi verrà ottimizzato, con l’introduzione futura di una tecnologia già sperimentata in altri contesti che consente di fare gli esami del sangue e altre analisi semplici con risposta immediata, utilizzabili dal medico di famiglia per ottenere subito un orientamento nella diagnosi. All’interno della struttura è stato predisposto anche un ecografo, un retinografo, un elettroencelografo, il necessario per fare le radiografie e per gestire la diagnostica di base.

“Abbiamo scelto di gestire noi le case di comunità affinché ci sia una coordinazione in rete con gli ospedali” ha spiegato il direttore generale Francesco Benazzi, rassicurando anche sul tema del personale che, nel 2026, potrebbe non essere più un problema così gravoso almeno per quanto riguarda infermieri e alcuni specialisti (considerando però anche che sarà responsabilità dei contratti nazionali calibrare correttamente gli stipendi del personale medico).

“Credo che questa possa essere una situazione ottimale per dare delle risposte certe ai pazienti – ha spiegato Mattia Perencin – Sappiamo che in questa fase la sanità è congestionata: con questo investimento il cittadino avrà una risposta immediata a livello appunto sociale e sociosanitario. Nel farlo andremo a recuperare un immobile di proprietà dell’Ulss2, riqualificandolo e destinandolo a servizi indispensabili”.

“Inoltre, abbiamo un’altra grande operazione che stiamo portando avanti con l’Ulss e con l’Inps, ovvero la ristrutturazione dell’Enam, un palazzo di proprietà dell’Inps qui in centro a Farra – ha aggiunto il sindaco – nelle prossime settimane andremo insomma a sottoscrivere una convenzione con questi enti per l’utilizzo dell’intero immobile, dando anche questa lo ha questa struttura un’ulteriore vita sempre in ambito sociosanitario”.

Lucio D’Este, funzionario tecnico dell’Ulss, assieme all’ingegnere Maria Giulia De Diana, ha spiegato come la messa a disposizione di questo locale possa comunque dare continuità al centro prelievi e anzi implementarne il servizio, ma anche di come sia necessario per il PNRR rispettare le tempistiche dell’iter progettuale: “Vi saranno delle riorganizzazioni interne poiché sarà necessario creare dei percorsi all’interno dell’edificio, con la messa a norma sulla base delle necessità ospedaliere” ha aggiunto.

“Siamo consapevoli dei limiti della sanità territoriale – ammette Benazzi, – oltre due anni di covid hanno portato evidentemente a numeri elevanti per quanto riguarda le liste d’attesa, con la tempesta perfetta della carenza di medici. La Regione ha investito molto anche in termini di sostegno a questo problema: grazie alle case di comunità andremmo a ridurre negli ospedali le visite di controllo, che verranno gestite direttamente nel territorio, con maggior immediatezza.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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