Sgarbi show a Soligo, il critico d’arte spiazza tutti: “Le colline Unesco non sono solo un’opera d’arte, ma molto di più”

Il paesaggio delle colline Unesco non è un’opera d’arte, non ne ha bisogno, perché qui si parla di natura, che è molto meglio di un’opera d’arte”: con queste parole il professor Vittorio Sgarbi ha spiazzato il pubblico dell’Hotel Villa Soligo che si aspettava una risposta differente da parte del noto critico d’arte.

Tutto è nato da una lettera di Roberto Bet, ex sindaco di Codognè, nella quale si chiedeva al professor Sgarbi se il paesaggio delle colline di Conegliano e Valdobbiadene potesse essere considerato un’opera d’arte.

Con il suo approccio irriverente e provocatorio, un vero e proprio marchio di fabbrica con il quale il pubblico italiano ha imparato a conoscerlo, Vittorio Sgarbi ha fornito la sua interpretazione sul valore di quest’area della Provincia di Treviso.

Presenti all’incontro nell’Hotel Villa Soligo anche Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Andrea Vidotti, manager sportivo e coordinatore generale per il comitato tappa “Conegliano Valdobbiadene” per il Giro d’Italia, i membri del direttivo dell’associazione Unesco, lo scultore Carlo Balljana, alcuni sindaci della zona, tra i quali il primo cittadino di Farra di Soligo, Mattia Perencin, insieme a diversi rappresentanti delle associazioni e delle imprese simbolo del territorio.

L’idea che voi abbiate un luogo unico è comune ad altri territori – ha affermato il professor Vittorio Sgarbi – ma la vostra unicità è legata all’impresa degli uomini in questi vigneti. Quello che vi ha reso speciali è il rapporto tra uomo e natura che ha permesso a questi luoghi di essere degni di attenzione. In passato si è sempre contrapposto il mondo contadino a quello della cultura ma quello che dobbiamo capire è che c’è cultura nell’agricoltura”.

“L’Unesco, per il quale come sapete non ho una particolare simpatia, ha capito questo legame tra cultura e agricoltura – continua il noto critico d’arte – e non si può nascondere il suo potere che oggi vi fa dire di essere onorati che il mondo vi conosca attraverso questa istituzione. L’Unesco è un vincolo ad una creazione di Dio che l’uomo ha migliorato con la divinità che ha dentro di sé. Mentre l’artista crea l’opera d’arte, il contadino, attraverso il suo lavoro, migliora la natura”.

“Nelle vostre mani c’è il destino di questa terra e se proprio volessimo parlare di opera d’arte allora potremmo pensare all’arte corale che comprende i lavori di tutti i contadini e degli imprenditori che hanno trasformato questa terra – conclude Vittorio Sgarbi – Se ci concentriamo sulla poesia di questi luoghi, il paesaggio veneto ha ispirato molti pittori per il suo essere in un certo senso sensuale, erotico e intenso. Quindi la natura è più importante dell’arte e l’arte è una fattispecie della natura”.

Ancora una volta il professor Sgarbi è stato anticonformista, deludendo chi si aspettava di portarsi a casa il trofeo di “Colline Unesco” opera d’arte e indossando la fascia tricolore di sindaco sulla pancia invece che sulla spalla.

D’altronde, come ha precisato lo stesso critico d’arte, se in un evento ci si vuole divertire si deve invitare Sgarbi, mentre se uno vuole annoiarsi lui ha bene in mente a quale politico ci si possa rivolgere.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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