Una notizia positiva che li accomuna al 74 per cento delle case di ripose venete, come comunicato lunedì scorso dall’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin (qui l’articolo).
“Dal 29 febbraio – prosegue Frezza – abbiamo fornito i dispositivi di protezione individuale (dpi) al personale ed abbiamo dato loro tutte le indicazioni per il corretto utilizzo a tutela degli ospiti. A seguire abbiamo adottato provvedimenti sempre più restrittivi, fino alla sanificazione dell’intera struttura, compresi Casa Cardani e gli uffici, che abbiamo affidato ad una ditta specializzata dopo aver fatto i tamponi ad ospiti e dipendenti”.
“E’ certamente positivo che la maggioranza delle strutture venete sia risultata immune al virus – conclude il presidente del Bon Bozzolla – ma, secondo la mia impressione, non sono stati presi in considerazione tempestivamente i reali rischi che potevano scaturire all’interno delle case di riposo. Dispiace soprattutto che in alcune strutture lo Stato, invece di sostenerle, abbia “sgunzagliato” la magistratura nelle corsie dei reparti“.
“Un altro aspetto importante, in questo periodo difficile, è che abbiamo ricevuto tanti attestati di riconoscenza dal territorio – prosegue Frezza -, oltre a donazioni di due tablet, focacce, torte gelato, pizze da parte di attività del territorio”.
“Un riconoscimento al lavoro svolto con professionalità dagli operatori, che ringrazio per aver rispettato con attenzione le indicazioni che la direzione ha dato per la tutela loro e degli ospiti dell’istituto” conclude il direttore dell’Ipab “Bon Bozzolla”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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