La crisi tra Russia e Ucraina e i venti di guerra che stanno soffiando in questo periodo sono il tema che sta popolando maggiormente le cronache di giornali e televisioni, nazionali ed esteri. Una situazione il cui epilogo non è chiaro e neppure tracciato ma che nel frattempo sta creando non poca preoccupazione a livello internazionale.
Timori nutriti specialmente da quanti, lontani dalla propria patria, hanno lasciato lì gli affetti e le proprie amicizie. Patria per la quale non possono, in questo momento, programmare una visita, vista l’incertezza attuale e le raccomandazioni da parte del Ministero degli Esteri.
Proprio sul sito della Farnesina, infatti, l’ultimo aggiornamento del 12 febbraio invita “i connazionali a lasciare temporaneamente il Paese con i mezzi commerciali disponibili”.
“Considerata, inoltre, la situazione di incertezza ai confini – si legge – si raccomanda di posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina e di mantenersi costantemente aggiornati sui mezzi d’informazione e su questo sito. Se presenti nel Paese, come già raccomandato nelle ultime settimane, si invita a registrarsi sul sito www.dovesiamonelmondo.it e a scaricare la App ‘Unità di Crisi’. Si ricorda che i viaggi, a qualsiasi titolo, nelle regioni di Donetsk e Luhansk e in Crimea sono sconsigliati”.
A nutrire seri timori per il proprio paese è anche Anna Parchevska, da diversi anni in Italia, laureata in Storia e titolare di Anna Agency, un’attività nel settore delle traduzioni e interpretariato attiva in precedenza a Refrontolo e ora a Farra di Soligo.
I genitori di Anna sono deceduti, una nipote si trova in Canada, mentre altri parenti e amici dell’interprete sono rimasti in Ucraina, dove lei stessa si è recata la scorsa settimana per lavoro.
“Si parla ora del pericolo di guerra in Ucraina, ma in realtà questa situazione dura da 8 anni, dal 2014, ma qui non se ne parlava – ha raccontato -. Quindi non è una situazione che si scopre all’improvviso. Dal 2014 i militari fanno esercitazioni sul confine”.
“Lo scorso agosto sono andata a trovare una mia cugina, che prima viveva a Donetsk, poi è fuggita perché era impossibile vivere là e si è trasferita in Spagna – ha proseguito -. Mi ha raccontato che non c’è la proprietà privata, gli appartamenti e le case che vengono lasciate lì sono poi occupate da gente che arriva dall’est. Mia cugina, per non perdere l’appartamento, ha chiesto a dei parenti lontani di occuparlo. Inoltre racconta che tutte le fabbriche ucraine, tra cui quelle produttrici di proiettili, sono state trasferite in Russia“.
![](https://www.qdpnews.it/wp-content/uploads/2022/02/Dnipro.png)
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“Mia cugina mi ha raccontato che, in questi otto anni, la qualità dell’acqua degli acquedotti a Donetsk era pessima e la gente stava molto male – ha proseguito -. Altri parenti si trovano al confine e vivono sempre con il timore che arrivi qualcuno”.
“Ho mantenuto dei legami con l’Ucraina e so bene cosa sta succedendo – ha riferito l’interprete -. Personalmente, io vivo male questa situazione, ma la vivo male già da un po’ di tempo. Prima non si parlava di questa situazione, ma c’è sempre stata, anche se a intensità bassa. Sembra che il problema sia uscito all’improvviso, così come il tema del rincaro delle bollette dell’energia: è sempre stato così, qui è un problema che si sente lontanamente. Noi, in Ucraina, lo sentiamo da più tempo e in maniera più intensa“.
Anna Parchevska ha ribadito più volte quanto la situazione ucraina sia venuta a galla da poco tempo quando invece la tensione, seppure a “intensità bassa”, sia presente da anni.
“Sarebbe ora che si scoprisse la cultura ucraina, che è più antica di quella russa e molto bella. L’Ucraina è della gente che vive e sta là – ha ribadito Anna -. Dispiace per questo conflitto, che non è una questione recente. Io voglio bene alla mia patria, la visito spesso e ci sono tornata una settimana fa per questioni di lavoro, cosa che non potrò più fare in questo periodo, a causa della situazione attuale. Vediamo più avanti”.
“Non si sa quello che succederà, ma intanto c’è la minaccia della Russia e continua la speculazione del gas (c’è sempre stata una politica di rincaro dal 2009, ora si inizia a sentire anche in Europa) e in Ucraina stanno preparando la difesa territoriale a livello locale, con gruppi di civili – ha aggiunto -. Prima del 2014 si stava molto meglio. Per quanto riguardava la mia professione, io lavoravo sia con ucraini che con russi, arrivavano molti più imprenditori. Poi, pian piano, è iniziata questa politica di chiusura della Russia, di attacco e odio verso l’Ucraina“.
“Non è stato notato questo conflitto dall’inizio e, secondo me, è un male – ha concluso -. Qui non si conosce abbastanza l’Ucraina: mi ricordo che una volta arrivata qui, già prima del 2000, la gente mi chiedeva se il nostro territorio fosse russo. L’Ucraina è un territorio interessante da scoprire”.
(Foto: per concessione di Anna Parchevska)
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