Grande successo per la visita alla parrocchiale di Miane, la chiesa più grande della Diocesi. Svelato il legame con Stabie

Il territorio delle colline Patrimonio Unesco può accogliere un turismo religioso ed essere ammirato anche per questo. Ne è la dimostrazione il successo della visita gratuita organizzata domenica 11 settembre alla scoperta della chiesa arcipretale di Miane, la più grande della Diocesi (qui l’articolo).

La conoscenza dell’arte sacra è un modo diverso per conoscere il territorio Patrimonio dell’Umanità, luoghi della Marca Trevigiana valorizzati da Qdpnews.it insieme a Banca Prealpi San Biagio e Istituto Beato Toniolo – Le vie dei Santi nella rubrica settimanale “Luoghi del sacro in terra Unesco” (qui il link).

E’ proprio questa bellezza ciò che hanno potuto godere le molte persone presenti alla prima visita organizzata all’interno della chiesa di Miane finanziata nella seconda metà dell’Ottocento dall’arciprete, poi vescovo, Sigismondo Brandolini Rota.

Soddisfatti la Pro loco del capoluogo e il Circolo Noi “Don Primo Mazzolari” insieme a tutto il comitato scientifico e alle associazioni comunali protagoniste del progetto “Il museo diffuso di Miane: “Un grazie a tutti i presenti, a Gianantonio Geronazzo che ha fatto da guida, a tutte le associazioni del paese che credono nel comitato ma soprattutto a tutto lo staff tecnico che lavora dal 2019 per ricercare, catalogare, fotografare, archiviare tutti i tesori del nostro territorio”.

Durante la visita è stata svelata anche una “chicca”, alla presenza di don Luca Martorel, parroco di Lentiai, e di alcuni suoi parrocchiani: la chiesa di Stabie custodisce il tabernacolo e il ciborio della vecchia chiesa di Miane (inaugurata nel 1697).

Riguardo a questo prezioso arredo sacro, realizzato in marmo policromo, riportiamo un’originale testimonianza storica: “Quando mons. Sigismondo Brandolini, arciprete di Miane, eresse la grande nuova chiesa arcipretale, pensò di cedere il tabernacolo di quella vecchia demolita ai buoni fedeli di Stabie di Lentiai, i quali in lunga fila indiana, attraverso le cime montagnose di Mariech e Garda, con le gerle ne portarono subito, i pezzi della nuova Chiesa da loro eretta sotto la guida del curato Don Virgilio Solagna“.

Proprio il giovane Paolo Possamai venne invitato a rimettere a posto il tabernacolo e in quella occasione egli scolpì e vi aggiunse due testine d’Angelo che, per armonia di linee e per squisitezza di fattura, gareggiano magnificamente con quelle di più vecchia data” (dai ricordi di Don Mosè Da Broi, parroco di Stabie dal 1905 al 1913).

(Foto: Pro Loco Miane).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati