“Ci possiamo costruire un futuro nel mercato del lavoro?”. Indagine su 400 giovani nel progetto “Match Point”

Un futuro di studio e lavoro, dove il lavoro è cercato soprattutto con il passaparola e la retribuzione è secondaria trai criteri di scelta.

Sono questi alcuni degli interessanti dati emersi dall’indagine condotta dalla cooperativa La Esse nel corso della seconda fase del progetto Match Point, avviato nel 2023 come “spin off” del Progetto RADAR, attivo da qualche anno nell’Area Montebellunese Entrambi i progetti nascono su input del tavolo di lavoro Politiche giovanili dei 10 Comuni (Altivole, Cornuda, Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Pederobba, Trevignano, Volpago del Montello), assieme alle imprese, con il coordinamento della Cooperativa La Esse e a cui hanno aderito nel luglio 2021 anche le associazioni di categoria del territorio (Cia, Coldiretti, ConfAgricoltura, Cna, Confartigianato, Ascom).

Match Point contiene una promessa e anticipa una sfida, quella di favorire il dialogo tra i giovani e le aziende del territorio montebellunese.

“Dopo una prima fase che si è conclusa con un workshop in cui giovani, aziende ed esperti hanno condiviso la necessità di sperimentare nuove strategie, per allineare chi cerca (giovani) e chi offre lavoro (aziende), con nuovi equilibri che tutelino entrambe le parti in gioco, assieme agli enti di categoria abbiamo deciso di spingerci oltre, procedendo con l’ avvio della seconda fase attraverso un’indagine conoscitiva indirizzata agli studenti del territorio” spiegano gli amministratori del Tavolo di lavoro Politiche giovanili.

“Nell’indagine sono state coinvolte 22 classi quinte dell’Einaudi Scarpa e del Veronese. Sono stati somministrati e compilati 392 questionari (in presenza, attraverso compilazione online), ciascuno composto da 30 items (per lo più a risposta chiusa). Ne è uscito un campione estremamente interessante: equilibrato sia nel genere che negli indirizzi di chi lo ha compilato (dai licei, al professionale), centrato principalmente su una platea di diciottenni, per il 66% residenti nei comuni dell’Area Montebellunese” proseguono.

“Il primo dato significativo, riferito al futuro, è che il 38% pensa di lavorare e studiare, solo il 22% studierà e basta. L’11% non ha ancora deciso, mentre il 21% lavorerà. – continuano – Emerge una medio/bassa consapevolezza delle dinamiche del mondo del lavoro, in particolare emerge la richiesta di approfondire i temi della contrattualistica, del welfare aziendale (benefit), della busta paga e della retribuzione, oltre alle posizioni e ai percorsi di carriera che si possono fare in azienda. Rispetto alle fonti di informazioni, stravince il passaparola (84%) con amici, parenti e conoscenti, mentre il 50% si informa nel web e nei social”.

“E’ interessante che il 48% vorrebbe essere supportato nelle scelte, mentre il 52% in autonomia. Alla domanda “Quando pensi al tuo ingresso nel mercato del lavoro ti senti…”, queste sono le risposte: vicin@ (69,4%), indecis@ (56,6%), disorientat@ (51,3%), tranquill@ (51,3%), curios@ (80,1%), sicur@ (52%), stimolat@ (75,3%),supportat@ (58,2%). In coda a queste caratteristiche si riporta una frase significativa e generazionale, per raccontare come stanno alcuni giovani: “Penso che molti ragazzi siano nella mia stessa situazione. Perché in base alla mia scuola e al mio indirizzo scolastico dovrei trovarmi un lavoro, ma dato che personalmente non mi piace la scuola che ho scelto mi sento molto in difficoltà a trovare un lavoro o più che altro pensare a cosa fare nel futuro e mi sento in difficoltà sotto questo punto di vista. Anche se vedo i miei coetanei molto decisi su cosa voler fare, mi spiazza e mi sento a disagio. Mi sento diversa” concludono.

E’ stato poi chiesto come viene percepito il mondo del lavoro dai loro genitori e ne è emerso un quadro ben definito: faticoso (60%), responsabilizzante (54%), necessario (46%), frustrante/alienante (30%).

Dall’altra parte alla richiesta di indicare i valori significativi per le loro aspettative le risposte sono state: Fare un lavoro che mi piace, in linea coi miei interessa (72%), Avere orari di lavoro che mi permettono di avere tempo libero per le mie passioni (52%), Fare carriera (41%), Imparare cose nuove e crescere professionalmente (39%). Solo un quinto, ricevere uno stipendio elevato (38%), creare una azienda o aprire partita iva (18%).

“I dati emersi dall’indagine danno uno spaccato del mondo giovanile in relazione al lavoro e mettono in luce quanto i ragazzi, soprattutto i 18enni che si trovano a fare scelte per il proprio futuro, siano distanti da una concezione lavorativa di tipo tradizionale. – conclude Adalberto Bordin, sindaco di Montebelluna, Comune capofila del progetto – Proprio per questo vanno messe in atto azioni di supporto, sostegno, che, attraverso progetti come Match Point, stiamo cercando di mettere in atto. Preziosa, in questo percorso, la collaborazione con gli enti di categoria che, colta l’importanza di questi dati, potranno fare da ponte con le aziende del territorio per cogliere i nuovi aspetti di una generazione che, anche attraverso le risposte date ai questionari, ha confermato di essere tutt’altro che svogliata e disinteressata”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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