Guidare e trovare per strada un gregge di pecore, intento a pascolare, infonde ancora oggi una certa suggestione.
Suggestione perché non siamo più quotidianamente abituati a questo spettacolo, che ricorda molto i tempi andati e i vecchi mestieri.
Allo stesso tempo, il mestiere del pastore, così legato ai ritmi stagionali e non certo alle tempistiche aziendali, si contrappone al concetto di professione che oggigiorno viene continuamente inculcato.
Nonostante queste riflessioni, di carattere più esistenziali, non mancano coloro che, invece, mostrano qualche perplessità circa lo stato dei terreni a seguito del passaggio di questi greggi.
A parte questo aspetto, però, chi ha l’occasione di incappare di fronte a questo spettacolo, non può fare a meno di rallentare, per osservare uno scenario che, con il suo ritmo lento, ci allontana dalla frenesia, non sempre positiva, dell’era digitale.
Un pensiero sorto di fronte all’ultimo passaggio di questi animali, che sono transitati oggi pomeriggio per via Colvendrame, a Refrontolo.
Pochi giorni fa erano invece visibili invece in via Boschi.
Un altro passaggio di questo tipo si era verificato, ad esempio, durante il periodo di Avvento, stavolta nel territorio di Revine Lago: in quel caso il periodo prenatalizio aveva contribuito ad accrescere la meraviglia dello scenario.
Scenario a cui hanno fatto eco, però, le parole di uno dei pastori provenienti dell’Alpago: “Fare il pastore è una scelta di vita, che ognuno deve essere cosciente se vuole fare oppure no”.
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it