“Usanze e tradizioni, le leggende refrontolesi”: una serata alla riscoperta delle storie di paese

Laura Bottega racconta le leggende di Refrontolo

“Usanze e tradizioni: le leggende refrontolesi”: un viaggio alla riscoperta delle storie del paese, spesso narrate dai nonni.

Si è trattato del terzo appuntamento all’interno dell’iniziativa “Refrontolo. Una pausa di…formazione”, organizzata dall’amministrazione comunale.

L’appuntamento è andato in scena lo scorso martedì 9 aprile, all’esterno del Tempietto Spada di Refrontolo, dove Laura Bottega ha portato gli spettatori in viaggio tra le storie di una volta.

Un’iniziativa per riscoprire anche le vicende dei personaggi fantastici, che hanno caratterizzato le storie tramandate di generazione in generazione.

Dal “Mazaròl”, celebre folletto dispettoso, fino all’immagine delle streghe, impossibilitate a oltrepassare gli incroci, poiché considerati un chiaro riferimento alle croci religiose. Nel caso della strega di Refrontolo, i buoi che trainavano i carri dei paesani si rifiutavano di andare oltre la sua abitazione.

E ancora il “bis basaìz”, ovvero il basilisco, un mostro in parte gallo e in parte serpente, che sputa veleno.

Senza dimenticare “le genti beate”: la leggenda narra che queste figure andassero in processione per il paese, partendo dalla chiesa paesana, la notte di Ognissanti, lasciando cadere a terra un braccio.

Secondo diverse interpretazioni della leggenda, chi trovava questo braccio sarebbe stato perseguitato dalla sfortuna, fin quando non lo avesse restituito. Altre versioni della storia, invece, narrano che il ritrovamento era un segnale di fortuna.

Altro focus ha riguardato la cosiddetta “Casa degli spiriti”, situata sulla strada per Refrontolo: secondo alcune dicerie il complesso, composto da diverse torrette, si sarebbe ritrovato al centro di storie misteriose.

In realtà si trattava di leggende costruite ad hoc, per allontanare i curiosi: in passato, infatti, la produzione della grappa fatta in casa era illegale, ma molti lo facevano di nascosto all’interno di una grotta, posizionata proprio al di sotto del complesso edilizio. Ecco, quindi, che il nome venne coniato per far sì che la gente non si avvicinasse e non venisse scoperto questo nascondiglio.

E quali sono le altre storie legate a Refrontolo? Oltre alla tradizionale vicenda del “Barba Zucòn”, esiste inoltre la storia della pantera tra i boschi, una leggenda coniata per impedire alla gente di andare negli stessi boschi in cerca di funghi.

Tutte storie che dimostrano quella che era la vita quotidiana di un tempo e che svelano usi e costumi di un patrimonio di storie, a volte coniate ad hoc proprio per preservare determinate abitudini.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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