Addio all'”angelo del Laboratorio analisi”: suor Luisidia Casagrande è morta a 104 anni. Con un finto funerale salvò il materiale sanitario durante la guerra

Giovedì 5 gennaio è venuta a mancare suor Luisidia Casagrande, di 104 anni. Nativa di Revine Lago ma veronese acquisita, ha avuto una vita intensa e memorabile.

Nata Lina Casagrande a Revine Lago nel 1918, prese i voti nel ’38 con il nome di “Luisidia” e per 68 anni prestò servizio all’ospedale civile di Borgo Trento a Verona. Donna tenace e di spirito, la ricordano in molti per aver salvato parte degli strumenti di laboratorio, eludendo la sorveglianza tedesca durante la guerra, nascondendoli nelle bare.

Il 15 marzo 2007, di iniziativa del Presidente della Repubblica, le fu conferito il “Cavaliere ordine al merito della Repubblica Italiana”, il primo fra gli Ordini nazionali destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

Dopo il pensionamento, Luisidia è stata accolta nella Casa madre dell’Istituto veronese, dove era rimasta molto attiva dal punto di vista religioso e lavorativo. A Verona si raccontava infatti che, al di là della sua importante età, la religiosa era “impegnata ogni giorno al computer”.

Ieri, via social, anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha voluto ricordare Suor Luisidia: “Per 68 anni è stata considerata l'”angelo” del Laboratorio analisi dell’ospedale di Borgo Trento a Verona, decana e caposala per svariate generazioni di infermiere, cresciute professionalmente sotto la sua guida. «La provetta che arriva in laboratorio in realtà è una persona che attende con ansia una risposta sulla propria salute e quindi sulla propria vita. Perciò ho sempre considerato il sangue e i campioni simbolo intero dell’uomo malato», diceva.

Durante la seconda Guerra mondiale non solo ottenne la liberazione dell’allora primario del Laboratorio che era stato deportato dai nazisti, ma salvò addirittura l’intera struttura con lo stratagemma del finto funerale. Nel 1943 nascose il materiale sanitario indispensabile per il funzionamento delle analisi in quattro bare. In questo modo, quando i tedeschi abbandonarono l’ospedale che era stato trasformato in struttura militare, il Laboratorio non perse nemmeno un giorno di attività a favore della popolazione provata dalla guerra.

Suor Luisidia resterà un modello per tutti coloro che sono impegnati nella nostra Sanità!”.

Domani lunedì 9 dicembre è in programma una doppia cerimonia di addio a Suor Luisidia: alle ore 10 nella chiesa della Casa di riposo di Verona e alle 14 nel cimitero di Lago.

(Foto: Agenzia funebre Faraon).
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