La straordinaria bellezza del polittico del Cima nella chiesa arcipretale di San Fior esprime la fede e la tradizione religiosa dell’intera comunità   

Sebbene il titulus dimostri che si tratta di una delle più antiche pievi della diocesi, la prima citazione della chiesa di San Giovanni Battista di San Fior di Sopra risale al documento riguardante la sua cessione al Patriarcato di Aquileia (1074).

Della chiesa quattrocentesca, orientata e picturis et imaginibus ornata (1572), restano il coro e il presbiterio con affreschi, tra cui il frammento di un intenso volto di San Giovanni Battista del XV secolo, riscoperto con i restauri del 1998. L’attuale edificio, che incorpora il vecchio in una comunione di fede e arte senza soluzione di continuità, è stato realizzato da Vincenzo Rinaldo da Venezia (1930), che lo progettò in direzione sud-nord.

La facciata è a salienti, tripartita da semi-pilastri e conclusa in alto da quattro guglie gotiche e da una fascia ornamentale, sorretta da una loggia cieca recante in una nicchia al centro la statua di San Gaetano di Giuseppe Ghiretti da Treviso (1723).

Un rosone a otto raggi e due monofore bipartite alleggeriscono la massa muraria insieme al portale, incorniciato da un protiro e contenente nella lunetta un affresco con Il Battesimo di Cristo. Sul fianco destro sporge la vecchia pieve (ora cappella della Sacra Famiglia), che conserva il portale rinascimentale e lo stemma del pievano Francesco Sanfiori (1494).

Il perno prospettivo e cromatico dell’intero edificio spetta al celeberrimo polittico di Gian Battista Cima da Conegliano (1509), racchiuso entro una cornice di legno dorato neorinascimentale (1925) e formato da cinque pannelli e da una predella con tre formelle narranti la vita e il martirio del santo patrono.

Al centro dell’intero complesso vi è il pannello di San Giovanni Battista, attorniato dalla rispettosa corona dei santi titolari delle cappelle filiali. Il disegno magistrale, l’espressione pacata e intensa dei personaggi e l’incantevole paesaggio schiettamente veneto fanno di quest’opera la testimonianza suprema dell’orgoglio e della devozione degli antichi parrocchiani.

L’acquasantiera risale al Cinquecento, mentre sul più antico fonte battesimale (1494) sono leggibili gli stemmi del patriarca Tommaso Donà e del pievano Sanfiori. Gli Apostoli realizzati da Pino Casarini sulle vetrate laterali danno l’impressione di una galleria di titani, che esprimono la forza che devono possedere le dodici colonne della chiesa.

Nel transetto è addossato a sinistra l’altare del Sacro Cuore di Gesù e a destra l’altare di San Giuseppe (ora del Rosario) dei Ghirlanduzzi (1645). Degno di nota è il quadro cinquecentesco dell’Adorazione dei Pastori impostato sul tema iconografico della Nocte e un Crocifisso di drammatica suggestione attribuito ad Andrea Brustolon, nel quale il corpo di Cristo traccia un profondo arco che si spinge oltre la croce.

Una cappella dall’atmosfera aulica, recentemente restaurata da Susanna Maset, ospita le spoglie della beata Maria Pia Mastena, fondatrice delle Suore del Santo Volto (1947), congregazione dedita a poveri e ammalati con lo scopo di propagare e ristabilire l’immagine di Gesù nelle anime.

Addossato all’abside si può ammirare il bell’altare barocco di marmi policromi di San Gaetano (ora dell’Assunzione) con pala di Anna Maria Trevisan, autrice anche del trittico rappresentante la vita terrena e spirituale della beata. Nel silenzio della cappella, girando intorno all’urna, si potrà intravedere il volto sindonico di Gesù, disegnato con listelli di legno sulla superficie trasparente del vetro.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
(Fonte: Giuliano Ros).
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