Opere sulla SP248, la Regione ricorre di nuovo al TAR, Marin minaccia di appellarsi alla Corte dei Conti. “Ostacolo politico, non tecnico”

Il sindaco di San Zenone, Fabio Marin

Un duello lento e singhiozzante, fatto di ricorsi e di appelli, quello che da ormai diversi anni vede contrapposti due schieramenti, da una parte San Zenone degli Ezzelini e dall’altra la Regione del Veneto. Al centro dei due fronti c’è il costo del riassetto viabilistico del paese, attraversato in latitudine dalla tanto discussa Sp248 Schiavonesca-Marosticana.

Oltre cinque milioni di euro in opere, ritenute urgenti anche per questioni di sicurezza, che erano state promesse alla cittadina in cambio della realizzazione della Strada Pedemontana Veneta su territorio sanzenonese, con un accordo siglato nel lontano 2012.

Il sindaco Fabio Marin e la sua giunta, così come i cittadini che lo supportano, avevano comunicato qualche mese fa, in estate, che il Consiglio di Stato – al quale aveva fatto appello la stessa Regione dopo la sentenza del Tar del Veneto, richiesta invece dal Comune – che la Regione avrebbe dovuto pagare per intero l’opera promessa e senza ulteriori rivendicazioni.

Pareva che quella vittoria avesse definitivamente sbloccato l’iter procedurale e invece, dopo una sola convocazione della Conferenza dei servizi lo scorso settembre, la Regione ha di nuovo messo in pausa le operazioni, per tornare in silenzio.

Secondo l’amministrazione Marin, che accusa la vicepresidente regionale De Berti di “porsi in un atteggiamento di chiusura contro l’assessore ai lavori pubblici Filippo Tombolato e contro il sindaco stesso”, la Regione Veneto avrebbe confermato l’assenza di risorse economiche per la realizzazione del progetto (nonostante il Comune abbia presentato anche degli approcci divisi a stralci e dilatati nel tempo) e avrebbe ignorato o declinato le richieste di convocazione del sindaco.

Ancora una volta il turno è passato al sindaco Marin, che recentemente ha inviato una nuova diffida alla Regione del Veneto, a cui hanno risposto nelle scorse settimane gli uffici regionali, riconoscendo finalmente che l’opera va realizzata da parte della Regione ma comunicando che “la prosecuzione dell’iter procedimentale avverrà nelle forme, nei tempi e nei modi reputati congrui delle competenti Amministrazioni”.

Un “temporeggiamento” che non è piaciuto a San Zenone, tanto che il Comune ha deciso di chiamare in ballo i consiglieri regionali, scrivendo a ciascuno di loro una lettera poco prima del bilancio regionale, in modo da tentare di muovere una discussione in Consiglio. Marin avrebbe raccolto la solidarietà di vari consiglieri in tutti i partiti a parte la Lega: Fratelli d’Italia, PD, Forza Italia, Noi Moderati.

“Probabilmente noi sanzenonesi siamo considerati cittadini di serie b: risorse e priorità evidentemente sono destinate altrove, dati i continui tagli del nastro e gli annunci di opere cofinanziate dalla Regione pubblicizzati continuamente sui social tanto dal Governatore Zaia che dalla vice, Elisa De Berti – ha detto Marin, – L’ostacolo, quindi, è politico, non tecnico”.

Sempre senza annunci, arriva la notizia che la Regione del Veneto avrebbe portato avanti, di nuovo, un ricorso al TAR, con l’obiettivo di dimostrare che in questi anni l’assetto gestionale viario è cambiato (da Veneto Strade alla Provincia di Treviso) e che per questo quest’opera potrebbe risultare anche di competenza provinciale. San Zenone, a questo punto, risponde minacciando l’interessamento della Corti dei Conti. “L’esito non sperato di questi nostri appelli non fermerà le azioni dell’amministrazione comunale: ci stiamo attrezzando per una causa risarcitoria nei confronti della Regione”.

(Foto: Comune di San Zenone degli Ezzelini).
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