Chiama il 118 per chiedere di una gastronomia, poi commenta: “E sennò a cosa serve questo numero?”

“118 Treviso, buongiorno” risponde l’operatore al centralino del Suem, come sempre pronto a qualsiasi emergenza e concentrato a recepire quanto prima gli elementi chiave della telefonata per reagire adeguatamente.

Una prontezza che, in caso di necessità, consentirebbe al centralinista di attivare in pochi secondi tutta la macchina dei soccorsi in provincia di Treviso, dalle automediche all’elisoccorso, come accade centinaia di volte ogni giorno. E dall’altro capo della linea telefonica è la voce di una signora a rispondere.

“Pronto? Posso chiederle? Io abito a Visnadello e qua c’è una gastronomia [e fa qualche secondo di pausa] lei può indicarmi il numero della gastronomia?”. L’operatore attende qualche secondo prima di rispondere, forse allibito dalla richiesta inopportuna. “Ma signora. Mi scusi, ma sa che numero ha fatto?”.

“Il 118” afferma lei, consapevole. “E lo fa per chiedermi il numero della gastronomia, signora?” risponde l’operatore, sempre pacatamente. “E a che cosa serve sennò il 118?” protesta scocciata la chiamante. “Serve per chi sta male e per chiamare le ambulanze!”. E la signora allora scoppia a ridere: “E ma io non sapevo chi chiamare”.

“Allora mi fa piacere che lei stia bene e le auguro una buona giornata” cerca di chiudere l’operatore, mentre nel frattempo squillano gli altri telefoni, ma la signora non si arrende e lo trattiene ancora: “No no, aspetti un attimo prima di mettere giù.

Lei non sa che numero devo fare per sapere il numero di questa gastronomia? Chi devo interpellare? Che numero devo fare”. “Deve fare una ricerca in internet o sfogliare un elenco telefonico. Non ho il numero delle gastronomie qui con me”. Allora la signora torna a ridere e l’operatore, a questo punto, si congeda finalmente con cortesia.

L’episodio risalirebbe alla scorsa primavera, ma la pazienza degli operatori che lavorano al Pronto soccorso e alla centrale operativa viene messa alla prova ogni giorno da telefonate inopportune come questa, oltre che dalle situazioni d’emergenza che si trovano a fronteggiare.

Non a caso, in passato è stata considerata l’idea di creare un secondo numero per le emergenze meno gravi, per lasciare ai soli potenziali “codici gialli e rossi”, quindi quelli più urgenti, il numero 118.

L’indicazione ufficiale del Ministero della Salute è quella di comporre il 118 solo “in tutte quelle situazioni in cui ci può essere rischio per la vita o l’incolumità di qualcuno come nel caso di malori, infortuni, traumi, ustioni, avvelenamenti, incidenti (domestici, stradali, agricoli, industriali), annegamento”.

Non si ringraziano mai abbastanza, quindi, queste voci del 118, professionali e dal sangue freddo, capaci di rispondere con cortesia persino a una signora che vuole fare la spesa in gastronomia con altrettanta determinazione.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati
Leggi di più

Emergenza presidi: 23 reggenze in provincia. Poloni al “Da Ponte”, Greco al “Casagrande”, Cavallini al “Fanno” e Durigon al “Serena”

Ennesima situazione critica negli istituti scolastici (comprensivi e scuole superiori) della provincia di Treviso. Ieri, venerdì 30 agosto, l’Ufficio scolastico regionale ha assegnato ben 23…