Gli esercenti degli spettacoli viaggianti chiedono di non essere dimenticati: “Noi pensiamo al vostro divertimento”

Tutto fermo da mesi e ora, quando alcune categorie di lavoratori iniziano a pensare alla ripartenza, non si riesce ancora ad immaginare un periodo per la ripresa dell’attività degli esercenti nel campo degli spettacoli viaggianti, preoccupati per le loro famiglie.

Nell’Alta Marca Trevigiana, in modo particolare a Ponte della Priula ma anche a Pieve di Soligo, Spresiano e Santa Lucia di Piave, decine di professionisti di questo settore non riescono a guardare con speranza al loro futuro.

Il rischio sanitario legato all’epidemia da Covid-19 non permette ancora di abbassare la guardia e per le feste, le sagre di paese e le attività ludiche in generale si dovrà ancora attendere molto tempo perché non ci sono gli strumenti sufficienti per capire quando il mondo del divertimento potrà vedere la luce in fondo al tunnel.

Infatti, non si può ancora pensare alla formazione di assembramenti con gruppi di persone in festa e tutti gli esercenti nel campo degli spettacoli viaggianti non stanno lavorando, con il rischio reale e concreto di non essere in grado di mantenere le loro famiglie e far fronte agli investimenti fatti per acquistare nuove giostre e attrazioni.

Se il governo italiano ha previsto un fondo con dei finanziamenti specifici per questo settore, il gran numero di persone impegnate nel mondo degli spettacoli viaggianti italiani non consentirà una distribuzione di somme di denaro adeguate a garantire il mantenimento delle famiglie di questi lavoratori.

“Sono fermo dal 23 febbraio a causa del Covid-19 – ha spiegato Renato Dall’Igna, esercente nel campo degli spettacoli viaggianti originario di Ponte della Priula – Il problema più importante è che non si sa quando ripartire perché lo Stato non ci sta dicendo una data nella quale noi potremmo farlo. Ci dicono che potremmo rimanere fermi fino a gennaio: è un grosso problema per chi ha fatto degli investimenti in queste attrazioni e per chi deve mantenere le famiglie”.

“È una brutta situazione – prosegue – ma noi abbiamo individuato delle piccole cose che potrebbero convivere con il virus: l’uso della mascherina, i guanti e prodotti igienizzanti per le attrazioni. Credo che, come la gente fa la coda al supermercato, dal ferramenta o quant’altro, può essere abituata con le dovute maniere ad affrontare le attrazioni. Come partita Iva lo Stato ci ha dato 600 euro, ora sembrerebbe che il ministro Franceschini abbia stanziato dei fondi però, con tante licenze in Italia, perché siamo in tanti negli spettacoli viaggianti, i fondi sono troppo pochi”.

“A Ponte della Priula – aggiunge – ci sono ben 28 famiglie con licenza di spettacoli viaggianti che fanno questo lavoro da sempre, non gente che si è inventata l’altro ieri a comprarsi la giostra perché questa è una cosa che va di generazione in generazione. Tra Spresiano, Pieve di Soligo, Nervesa, Santa Lucia di Piave e Lovadina siamo circa 80 famiglie che fanno questo lavoro, che hanno tutta l’attrezzatura a casa, che sono ferme e che non possono lavorare. Sono tanto preoccupato perché trovarmi a 42 anni, essere nato in una roulotte, aver sempre fatto questo lavoro e oggi essere costretto ad andare in cerca di un altro impiego per sopravvivere, mi rattrista”.

“Oltre alla manifestazione, alla festa e al lavoro – conclude – c’è la gioia di tornare in un paese, trovare i clienti dell’anno scorso e far divertire la gente. Dopo il 23 febbraio, quando c’è stato anche il blocco dello spettacolo viaggiante, noi abbiamo avuto l’idea di farci sentire e siamo andati dal governatore Zaia, che io ringrazio molto, che è l’unico politico che sta parlando del nostro grande problema a livello mediatico. Chiedo alle istituzioni che, appena ci sarà la possibilità di ripartire, abbiano il polso meno duro perché abbiamo da far ripartire questa categoria che ha bisogno di lavorare”.

“L’amministrazione comunale di Susegana – ha affermato il sindaco Vincenza Scarpa – ha sempre avuto un ottimo rapporto con i nostri concittadini che fanno un mestiere antico e molto faticoso con grande passione e dedizione. Siamo sempre riusciti a collaborare con grande rispetto reciproco e stima. Se il governo darà indicazioni per un adeguato utilizzo delle giostre, in ottemperanza alle direttive, metteremo a disposizione tutte le nostre possibilità per consentire la ripresa della loro attività. Questo i giostrai di Susegana lo sanno e anche in passato lo hanno verificato”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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