Nuovo caso di positività al Covid-19 nello stabilimento di Susegana dell’Electrolux e tra gli operai cresce la preoccupazione perché, a differenza della prima donna contagiata, madre di un lavoratore ghanese dell’Aia di Vazzola, il positivo è un riparatore trevigiano con una vita sociale poco attiva, che negli ultimi mesi avrebbe frequentato solo la sua abitazione, il luogo di lavoro e i supermercati per fare la spesa.
La paura degli operai e delle loro famiglie, che ora stanno cercando di ricostruire i contatti avuti nelle ultime settimane, è legata al rischio che ci si trovi davanti ad un nuovo cluster trevigiano.
Intanto, sono più di 30 i lavoratori sospesi dal lavoro con specifica copertura malattia che si trovano in quarantena fiduciaria per rischio Covid-19, in attesa del doppio risultato dei tamponi che saranno effettuati a distanza di 7 giorni.
Il nuovo positivo dell’Electrolux di Susegana è un operaio della linea 4 : da alcuni giorni aveva un po’ di raffreddore e mal di gola ma ieri, ad un certo punto, non ha avvertito più i sapori dei piatti: classico sintomo di positività al Coronavirus.
L’uomo ha egli stesso informato il medico aziendale ed è poi uscito dallo stabilimento per andare a fare il tampone e durante la giornata è arrivata la doccia fredda perché è risultato positivo al Covid-19.
“A complicare il caso è l’assenza di contatti conosciuti con potenziali positivi – spiega Augustin Bruno Breda, operaio e rappresentante sindacale Fiom -, nessun rapporto diretto o indiretto con il cluster dell’Aia e niente ferie che facciano supporre un contagio importato. Un bel rebus per un lavoratore “casa-lavoro-spesa”. Vista l’attività e i contatti diffusi che l’operaio intrattiene per ragioni lavorative, questa mattina l’azienda, raccordandosi con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls Fim, Fiom, Uilm), ha sospeso in via precauzionale una prima decina di operai, tra cui diverse figure tecniche, “fuori linea”, tutti inviati a fare i tamponi”.
“Questi dipendenti si aggiungono alla ventina di casi già sospesi in via cautelativa – conclude il rappresentante sindacale -, tra cui anche un secondo delegato Rsu. La situazione si è quindi aggravata perché non si tratta di un cluster individuato. Gli operai sono molto preoccupati e stanno cercando di ricostruire i contatti che hanno avuto. È giusto precisare che, in questo caso, l’azienda ha applicato correttamente il protocollo anche se noi, oltre all’immediata sanificazione di tutto, chiederemo di più”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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