Sgarbi e Balljana membri dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, per un intreccio indissolubile tra arte e viticoltura

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Due nuovi membri di prestigio per l’Accademia Italiana della Vite e del Vino impreziosita dall’ingresso del professor Vittorio Sgarbi, celebre critico d’arte, e del Maestro Carlo Balljana, il famoso “scultore dei papi e del vento”, in un gruppo di accademici capaci di far crescere la cultura del vino in Italia e all’estero grazie al loro contributo di studiosi della materia vitivinicola.

La storia dell’uomo non può essere disgiunta da quella del vino, da sempre fonte di ispirazione per artisti e filosofi e che oggi, sabato 25 luglio 2020, è stato raccontato nel suo intreccio indissolubile con l’arte.

Questa mattina, in occasione dell’inaugurazione del 71esimo anno accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, nella sede del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) di Susegana si è svolta anche la cerimonia con la quale il professor Sgarbi e il Maestro Balljana sono stati nominati accademici ad honorem di questo importante istituto di ricerca.

Presenti all’evento, oltre ai due nuovi accademici, il presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, il professor Antonio Calò, l’avvocato Danilo Riponti, moderatore dell’incontro, Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, diverse autorità e numerosi studiosi del mondo della viticoltura.

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L’incontro si è svolto seguendo scrupolosamente le regole sul distanziamento sociale e con meno invitati rispetto alle inaugurazioni dei precedenti anni accademici.

Dopo i saluti del presidente Calò, è intervenuto il Maestro Balljana che ha raccontato di non essersi occupato solo di scultura religiosa avendo realizzato oltre 350 opere che avevano come soggetto la vite o il vino.

Una passione per il prodotto principe della sua terra, per la quale vorrebbe realizzare un’opera che valorizzi il riconoscimento Unesco per il paesaggio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

Nel suo brillante intervento, il professor Sgarbi ha accompagnato il pubblico presente in viaggio virtuale alla conoscenza delle rappresentazioni pittoriche del vino nella storia dell’arte italiana e non solo.

Il vino, alimento ma anche prodotto culturale, è sempre stato associato alle feste e ai momenti conviviali, senza dimenticare i legami con il Cristianesimo esaltati in opere che raccontano episodi come le nozze di Cana o l’Ultima Cena in cui Cristo ha conferito a questa bevanda un valore spirituale.

Il vino è anche ebbrezza, piacere, sensualità e bellezza, grazie al dono di semplificare le relazioni favorendo incontri e confronti.

Dall’Antico Egitto al Rinascimento, senza dimenticare l’età moderna e quella contemporanea, il vino ha trovato nell’arte un’alleata capace di valorizzarlo in modo tale da renderlo immortale.

Un compleanno speciale, all’insegna della passione per l’arte, per l’Accademia Italiana della Vite e del Vino che proprio il 25 luglio del 1952 è diventata Ente Morale con decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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