Cristo ha aperto gli occhi: terminati i lavori di restauro al Tempio del Donatore. Domenica la celebrazione

Terminati i lavori di restauro al Tempio del Donatore

Sono stati presentati oggi venerdì nella sede regionale dell’Avis a Treviso i risultati dell’intervento conservativo che ha riaperto gli occhi al Cristo del Tempio Internazionale del Donatore a Pianezze di Valdobbiadene.

Tanto lavoro di squadra, studio, ricerche e restauro: dopo oltre un anno il Crocifisso ligneo di scuola veneziana del XV secolo è tornato nel Tempio Internazionale del Donatore. L’intervento di restauro – avviato nel marzo 2022 e terminato lo scorso settembre – è stato proposto dall’ODV Tempio Internazionale del Donatore e realizzato grazie al contributo del FAI e di Intesa Sanpaolo.

Molte anche le associazioni e partner che, nell’àmbito del decimo censimento “I Luoghi del Cuore” 2020, fecero sì che il Tempio arrivasse al primo posto nella classifica regionale del Veneto, con 7.419 voti raccolti. L’elevato numero di preferenze ha consentito l’inserimento del restauro nel bando 2021. L’intervento complessivo è stato del valore di 22.643 euro, di cui 12.114 euro messi a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo.

A dare il loro apporto anche le 5 associazioni del dono Avis Nazionale, Avis Regionale Veneto, Avis Provinciale Treviso, Fidas Regionale Veneto, Aido Nazionale, l’azienda locale Veneto Vetro e l’emittente Valdo TV.

Il restauro

Il restauro è stato curato dalla dottoressa Valentina Piovan, restauratrice e storica dell’arte padovana, che si è concentrata sugli interventi di consolidamento strutturale, pulitura e recupero del Crocifisso. Nel gruppo di lavoro anche i funzionari Luca Maioli e Monica Pregnolato della Cura scientifica e Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. La consulenza storico-artistica e tecnica è stata fornita da Luca Mor e Angelo Pizzolongo. A curare le indagini scientifiche e fisiche Davide Bussolari, le analisi chimiche Stefano Volpin.

Il Crocifisso (che misura 133,5×132,5×33 centimetri) è stato realizzato nel pieno del Quattrocento, è in legno di tiglio e porta la firma di una maestranza veneziana, indubbiamente un abile intagliatore. La mano accurata dell’autore emerge nella particolare attenzione che ha rivolto alla rappresentazione della sofferenza attraverso l’espressione del volto, i dettagli anatomici e la postura del corpo dolente in croce. Il volto è smagrito con la bocca aperta da cui si intravvedono lingua e denti, nella rappresentazione evidente del dolore. Proprio il volto ha restituito un elemento di sorpresa che ha completamente cambiato la visione dell’opera: rimuovendo tutti gli strati, comprese le stuccature, il Cristo è apparso con gli occhi aperti nel momento in cui sta spirando. Prima del restauro, appariva con gli occhi chiusi.

Le indagini diagnostiche, fisiche e chimiche sono state fondamentali per acquisire specifiche informazioni sulla tecnica esecutiva e per identificare i componenti pittorici originali e non del Crocifisso. Tutte le informazioni acquisite si sono rivelate estremamente utili per documentare le molteplici ridipinture successive. Dopodiché il Crocifisso è stato sottoposto a una radiografia digitale RX, eseguita da Davide Bussolari (ditta Diagnostica per l’Arte Fabbri di Modena) che ha permesso di scoprire le parti interne individuando gli elementi costruttivi e i chiodi presenti. Le analisi microstratigrafiche hanno invece mappato il film pittorico evidenziando la tecnica e la sovrapposizione dei materiali aggiunti con i vari interventi di restauro. In questi mesi è stato eseguito un complesso lavoro di recupero, procedendo per aggiunta e sottrazione.

“Abbiamo di fronte una scultura lignea superstite di età rinascimentale, proveniente dall’entroterra veneto, ancora foriero di tesori sconosciuti quanto preziosi – commenta Piovan -. Questo complesso intervento ha permesso il recupero di un manufatto antico quanto inaspettato, dalla storia conservativa lunga più di seicento anni. Le mani e i piedi del Cristo erano in parte mutili ma ora, dopo il restauro, sono visibili nella loro completezza grazie all’aggiunta di dita sagomate adeguate alle dimensioni e dalla forma contratta suggerita dalle porzioni originali, togliendo i rifacimenti di dita che erano state fatte in passato con delle protesi piuttosto grossolane. La capigliatura, invece, è trattenuta da una corona intrecciata di spine, in origine con aculei in legno innestati negli appositi piccoli fori ad incastro, ora sostituiti con listelli lignei sagomati”.

Particolarmente delicato il lavoro di rimozione fino a sei strati tra stesure di colore e stuccature che in diversi momenti storici sono andate a coprire la preparazione e la pigmentazione originali. “L’asportazione delle tenaci ridipinture è stata eseguita gradualmente per strati, ripetendo l’operazione fino allo scoprimento e al recupero dello strato più antico, così come definito dalla Soprintendenza di competenza e dalla commissione di studio” spiega Piovan. 

Grande l’emozione dei partner una volta terminata l’opera

“I luoghi del cuore sono speciali, spesso trascurati e a rischio, attorno ai quali le comunità si stringono, uniscono le forze per ribaltarne le sorti – commenta Ines Lanfranchi Thomas, presidente del FAI Veneto -. Dalla ‘cittadinanza attiva’ scaturiscono spesso effetti virtuosi per luoghi identitari, per i quali si desidera tutela e valorizzazione. Anche grazie al censimento, il FAI raccoglie le istanze e coopera con le comunità locali per la salvaguardia del patrimonio. Così è accaduto per il Tempio internazionale del Donatore e il suo Crocifisso ligneo. Lavorare insieme: FAI, Intesa Sanpaolo e tutta la rete delle associazioni del Dono, guidate dall’ODV Tempio internazionale del Donatore, ha infatti permesso la tutela di un bene che è anche simbolo di amore e rispetto, verso le persone e il patrimonio”.

“Non possiamo che essere grati al FAI per il sostegno finanziario concesso e a tutte le 7.419 persone che hanno votato il Tempio, rendendo possibile il restauro del suo Crocifisso – afferma Gino Foffano, presidente dell’ODV Tempio -. Quest’opera, che siete tutti invitati a visitare, oltre a una indiscutibile valenza artistica e culturale, trasmette anche un notevole significato storico simbolico. Per tutta la durata della prima Guerra mondiale, infatti, il Crocifisso venne conservato, secondo fonti locali, in una piccola chiesetta lungo la linea del Piave, dove venivano riuniti i corpi dei soldati uccisi al fronte. L’opera restaurata costituisce un monito contro l’inutile spargimento di sangue e violenza causato da tutte le guerre”.

I partner hanno poi espresso la volontà di raccogliere materiale storico riguardante il Crocifisso per dare vita a una pubblicazione. “Faccio un appello a tutte le associazioni del territorio: raccogliere fondi per portare avanti il progetto che metterà in risalto il Crocifisso e la storia della comunità” ha aggiunto Lanfranchi.

“Ringrazio tutti per il grande lavoro di squadra che è stato fatto – ha detto il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese -. La prima risposta che abbiamo sentito dai nostri cittadini e associazioni, dopo aver esposto la volontà di restaurare il Crocifisso, è stata: ‘Dobbiamo provarci e fare di tutto per la storia, per tutte le donazioni, il cuore e l’anima che ci hanno messo le persone per la costruzione e il mantenimento del Tempio’. Il recupero è molto importante perché le opere portano con sé una storia di vita e di morte vissuta e patita dalla nostra comunità. Sarà un elemento di riconoscimento e scoperta per tutti. Noi come amministrazione sosterremo una pubblicazione perché è giusto sentirsi partecipi alla crescita della nostra comunità. Se le cose succedono è grazie alle persone, se non c’è la volontà, le cose non accadono”.

“Questa iniziativa ha avuto un grande iter ma ha portato, molto rapidamente grazie al lavoro di squadra, un felice esito: questa è la forza del volontariato. Questo Crocifisso è il degno coronamento di questo tempio così significativo. Siamo felici che questa iniziativa sia andata a buon termine” ha aggiunto Mario Gemin della delegazione Fai di Treviso.

Domenica la celebrazione ufficiale

L’appuntamento per festeggiare il ritorno del Crocifisso è per domenica 22 ottobre alle ore 11 al Tempio. Il programma prevede la messa e la benedizione del Crocifisso; a seguire, un momento istituzionale e approfondimento sull’opera con gli interventi delle autorità religiose e civili. Ci saranno inoltre visite guidate a gruppi a cura dei volontari di ODV Tempio Internazionale del Donatore fino alle ore 17.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata – Fai Veneto).
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