Coltivare sul suolo lunare: in corso il progetto promosso dall’Agenzia spaziale europea. “Una risposta ai disagi dei cambiamenti climatici”

Coltivare sul suolo lunare? È il focus del progetto condotto dall’Esa (European space agency), in collaborazione con l’Istituto geotecnico norvegese: gli enti hanno teorizzato un impianto, che potrebbe consentire la coltivazione lunare, attraverso la regolite (l’insieme di sedimenti, polvere e frammenti di materiale, che compongono lo strato più esterno della superficie della luna).

Il progetto ha coinvolto anche il Centro ricerca interdisciplinare spaziale (Ciris).

Lo studio in atto sta vagliando l’opportunità di sfruttare il suolo lunare, per ottenere dei nutrienti per le piante: ciò è possibile tramite la combinazione di processi e sistemi meccanici, chimici e biologici, utili a estrarre dalla regolite i nutrienti necessari.

Secondo l’Agenzia spaziale europea, infatti, i campioni di regolite conterrebbero una quantità di minerali essenziali, sufficienti a far crescere le piante.

Negli ultimi anni sono stati realizzati altri progetti di coltivazione in ambienti particolari, che prevedono la ricerca di nuovi contesti in cui sviluppare gli orti, anche per rispondere alle difficoltà e alle emergenze poste dal cambiamento climatico.

Tutto ciò potrebbe essere un primo passo per delle ricerche più approfondite.

Nel caso della coltivazione sulla Luna, la ricerca è iniziata a fine 2022 e dovrebbe proseguire fino al prossimo dicembre.

(Foto: Freepik).
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