Confindustria, servizi in crescita e industria in stabilizzazione

L’economia italiana è sostenuta da inflazione bassa, fiducia delle famiglie in aumento e servizi in crescita, mentre l’industria sembra stabilizzarsi. Vari, però, i fattori negativi: si protrae il freno ai flussi commerciali nel canale di Suez, il petrolio continua a rincarare, il taglio dei tassi è rinviato ancora, il credito alle imprese resta in calo. Si prospetta un Pil debole nel primo trimestre 2024.

l Il prezzo del gas è su un sentiero di lenta flessione, pur restando alto rispetto ai livelli pre-crisi (a marzo 26 €/mwh, da 35 a fine 2023). Il petrolio invece continua gradualmente a rincarare (85 $/barile, da 78), ormai su un livello storicamente elevato: le scorte Ocse di greggio, infatti, sono in discesa (-56 milioni di barili a febbraio, da settembre 2023) perché, mentre la domanda è tirata dagli emergenti, l’offerta è limitata dai cali nei Paesi Opec ed ex-Urss, nonostante l’aumento negli Usa.

L’inflazione italiana è rimasta bassa e stabile a febbraio (+0,8% annuo), con i prezzi energetici (-17,3%) che non risentono finora del caro-petrolio e quelli core in frenata (+2,2%). Tuttavia, nella media Eurozona, pur scendendo (+2,6% da +2,8%), l’inflazione resta sopra la soglia Bce del +2%. Inoltre, le attese di inflazione a un anno sono salite (2,4% nell’Eurozona, 2,5% negli Usa). Perciò, a marzo, la Bce ha lasciato i tassi fermi (4,50%) e la Fed è attesa fare altrettanto (5,50%). I mercati hanno spostato in avanti (giugno) l’attesa del primo taglio.

Per i consumi, più luci: a gennaio, le vendite al dettaglio scendono poco (-0,3%); si ha un marginale calo degli occupati (-0,1%), ma l’andamento di medio termine resta molto positivo e sostiene i redditi; a febbraio è risalita ancora la fiducia delle famiglie; tassi e prestiti non aiutano. Per gli investimenti, più ombre: il credito è in calo (-4,0% annuo a gennaio); a febbraio gli ordini delle imprese di beni strumentali si assottigliano; il sentiment delle aziende (Iesi) è calato.

l Nel 4° trimestre 2023 il commercio mondiale è aumentato (+0,5%), per la prima volta dopo 4 trimestri di contrazione (-1,9% nell’anno). Ma le difficoltà del trasporto marittimo (90% degli scambi globali), e i suoi costi, continuano ad alimentare incertezza. Il canale di Suez, da cui passano il 15% delle merci globali, ha ridotto di circa il -40% la movimentazione di navi (a gennaio-marzo 2024, in termini annui) e, in parallelo, è aumentata quella per il Capo di Buona speranza (+86%). Le tariffe di collegamento marittimo da Shanghai a Genova stanno rientrando dal picco di fine gennaio, ma restano molto alte (-30% i primi 7 giorni di marzo, dopo un +218% su novembre 2023).

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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