Secondo Ismea, i prezzi degli alimentari nel carrello della spesa degli italiani negli ultimi 2 anni sono cresciuti meno della media Ue e di Germania e Spagna.
Emerge quindi una filiera agroalimentare matura e responsabile, priva di fenomeni speculativi su larga scala. Il report è stato presentato in un evento che ha visto confrontarsi sui temi dell’inflazione, dei rapporti nella filiera e della competitività internazionale esperti, esponenti della comunità scientifica e presidenti delle principali sigle associative della parte agricola, della trasformazione industriale, della distribuzione e del commercio estero.
L’agroalimentare è stato tra i settori più colpiti dall’inflazione, tra i principali centri di trasmissione degli aumenti dei prezzi a causa del suo ruolo nell’economia e della sua dipendenza dall’estero per prodotti energetici, materie prime e beni intermedi che lo rendono particolarmente vulnerabile alle tensioni su mercati internazionali.
La crescita media dei prezzi ha raggiunto l’8,1%, ma è stata più contenuta di quella media dell’Ue (10,2%) e dell’Eurozona (9%); meglio ha fatto la Francia, che grazie al suo maggior grado di autosufficienza, alimentare ed energetica, ha registrato +6%. Nella prima metà del 2023 il carrello della spesa ha continuato a salire, raggiungendo il suo picco a marzo (+12%), ma sempre inferiore alla media comunitario.
Una tendenza che ha impattato sugli acquisti con volumi in riduzione del 3,7% nel 2022 e scontrini in aumento del 5%. In questa situazione, la filiera è comunque riuscita a controllare le variazioni dei prezzi, rallentando e diluendo gli incrementi a valle.
Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli