La forza oscura del posto auto

La forza oscura del posto auto
La forza oscura del posto auto

Come la mobilità ha plasmato l’urbanistica e i costi di un’operazione inversa.

La maggior parte di noi, specialmente chi vive al di fuori delle grandi città, ha bisogno di guidare per spostarsi e quindi ha la necessità di mettere la propria auto da qualche parte quando non la sta usando. Possiamo facilmente immaginare questo fenomeno come una forza silenziosa che domina il modo in cui ci muoviamo, ma come funziona (o non funziona) il parcheggio è un concetto che raramente proviamo a considerare.

Iniziando dalle case in cui viviamo, l’esigenza del posto auto ha un costo che influisce su quello dell’abitazione e si riversa sull’ambiente in termini di nuove costruzioni (oneri di urbanizzazione), senza per questo rendere le nostre città più vivibili, né evitare che i parcheggi ci facciano impazzire. Tranne rare eccezioni, dobbiamo guidare per andare al lavoro, al ristorante o a prendere i figli a scuola e così il parcheggio diventa il collegamento con la vita, il lavoro, i figli, ecc. Questo ci spiega quanto e perché è importante un buon parcheggio. Tuttavia, il modello attuale non migliora la vita né di chi guida, né degli altri. Il parcheggio non è considerato da nessuna delle App di condivisione.

Abbiamo accettato l’idea che nelle strade cittadine la sosta debba essere consentita a tutti. Liti furibonde per il posto auto sono frequenti. Statisticamente le vetture trascorrono il 95% del loro tempo parcheggiate. Il parcheggio occupa più spazio delle strade e costa più delle automobili.

Come siamo arrivati a questo? A un certo punto, nella seconda metà del 20° secolo, abbiamo deciso che non c’erano abbastanza parcheggi e che questo era alla radice del problema del traffico, così abbiamo creato più parcheggi.

Ma è possibile farlo solo con grandi spese e con un costo tremendo per il tessuto urbano. La soluzione del traffico raramente è creare più parcheggi, ma piuttosto gestire in modo più intelligente i parcheggi esistenti e cercare modi per controllare la domanda di parcheggio, ad esempio condividendolo. Il parcheggio dell’ufficio potrebbe essere utilizzato di sera come parcheggio residenziale, il parcheggio di un dentista potrebbe diventare il parcheggio di un ristorante, ecc.

Invece percorriamo chilometri e chilometri solo per la ricerca di parcheggi. Il tempo è denaro e girare intorno all’isolato senza sapere quando troveremo un posto, o partire 20 minuti prima per cercare uno spazio libero dove lasciare l’auto, sono tutte cose che hanno un costo. Eppure, tutte le ricerche sul traffico ci dicono che più parcheggi si creano, più aumentano le persone che guideranno. Il parcheggio è probabilmente il fattore principale per decidere se fare un viaggio in auto o con altri mezzi. In realtà, fornire più parcheggi non rende più facile parcheggiare, anzi: se il parcheggio incoraggia effettivamente la gente a guidare, allora più parcheggi creeranno effettivamente più traffico, invece di assorbire il traffico di chi è in cerca di parcheggio.

Senza necessità di grandi risorse, negli spazi attualmente dedicati a parcheggio si potrebbero per esempio piantare alberi e creare zone ciclabili e pedonali, oppure recuperare nuove aree da dedicare a un’edilizia più sostenibile.

Ovviamente sono possibili politiche differenti: moltiplicare il prezzo della sosta oraria, introdurre pedaggi per l’ingresso nei centri urbani, vietare il transito a determinate categorie di veicoli o guidatori, ecc. Di certo, una struttura urbanistica plurimillenaria come quella italiana non sarà mai compatibile con l’attuale traffico stradale, facendo di noi tutti le vittime sacrificali del posto auto.

Autore: Carlo Quiri – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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