Lavoro: è importante ma serve equilibrio con la vita privata

Lavoro: è importante ma serve equilibrio con la vita privata

L’87% degli occupati in Italia è certo di dedicare troppo tempo al lavoro. Il 64,4% ritiene che il lavoro serva solo ad avere le risorse economiche necessarie a vivere (quota che sale al 69,7% nel caso dei giovani). A livello globale, il 62% dei Millennials (i nati nel periodo 1981-1996) afferma che il lavoro è centrale per la propria identità, ma tra i più giovani (la Generazione Z, composta dai nati tra il 1997 e il 2012), solo il 49% ha la medesima opinione.

Sono alcuni degli spunti, provenienti dalle più recenti ricerche, discussi nel corso dell’incontro “Il senso del lavoro oggi”, organizzato da Unioncamere e Fondazione per la sussidiarietà.

Negli ultimi 15 anni, il mondo del lavoro ha subito molti cambiamenti. L’occupazione è cresciuta molto meno che nel resto della Ue (+0,9% tra il 2007 e il 2022 a fronte del +7,3%), tanto che il tasso di occupazione attuale supera di poco il 60% a fronte di una media Ue di circa il 70%.

Ad aumentare è stata soprattutto l’occupazione femminile (+7,5% nel periodo), quella dei laureati (+5,2%) e degli stranieri (+1,6%) mentre per i giovani il dato è fortemente negativo (-26,2%).

Ma cosa si cerca nel lavoro oggi? Sicuramente solidità economica (il 44,2% degli occupati in Italia, però, considera la retribuzione non adeguata alle proprie esigenze, aspetto peraltro confermato dall’allargamento di 34 punti percentuali della forbice tra aumento dei salari negli ultimi 15 anni e aumento dei prezzi di alimentari ed energia); un giusto equilibrio tra vita e lavoro (fattore fondamentale per il 58% degli italiani); la condivisione dei valori dell’azienda (essenziale per il 48% dei lavoratori); la sicurezza (il 66% dei lavoratori rifiuterebbe un nuovo ruolo se non avesse adeguate garanzie al riguardo).

Spinta a ottenere un salario più elevato (45%), migliore conciliazione vita-lavoro (35%), maggiori opportunità di carriera e di sviluppo delle competenze (34%), flessibilità negli orari di lavoro e accesso allo smart working (30%) sono le principali motivazioni che spingono a dare le dimissioni e cambiare posto di lavoro.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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