Numeri in crescita per il settore, grazie ai numerosi vantaggi per ambiente e cittadini. Non mancano comunque alcuni ostacoli.
Certo non dobbiamo farci impressionare dalle percentuali di crescita, perché se è vero che nel 2019 c’è stato un incremento del 113% rispetto all’anno precedente, parliamo dell’1% di tutte le auto immatricolate. Tuttavia, siamo in presenza di un fenomeno in continua crescita soprattutto nelle città dove incidono 2 elementi cruciali: l’assenza di emissioni inquinanti e la nutrita presenza di colonnine di ricarica. Più in generale l’inarrestabile tendenza alla crescita di mega agglomerati urbani oltre all’esplosione di consegne a domicilio (Amazon per tutti), crea una domanda di mobilità sostenibile che non ammette rallentamenti.
Il 2019 ha segnato un traguardo importante per la diffusione dell’auto elettrica in Italia: per la prima volta, ad aprile, è stata superata la soglia dei 1.000 veicoli immatricolati in un mese, risultato che si è ripetuto in maggio e in giugno. A incentivarne l’acquisto ha contribuito in modo determinate l’Ecobonus, introdotto dalla legge di Bilancio 2019, che ha di fatto permesso di ridurre l’elevato costo iniziale delle auto elettriche pure (Bev, Battery Electric Vehicle), facendo salire a circa 6.000 le immatricolazioni nei primi 7 mesi dell’anno (contro le 9.759 dell’intero 2018). I dati emergono dallo Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group.
Interessante anche lo sviluppo di un’altra mobilità elettrica, quella su due ruote: scooter, bici, monopattini e altri mezzi simili, tutti a trazione elettrica. Da segnalare, soprattutto per la città, il vantaggio dei monopattini e mezzi simili, che risolvono anche il problema parcheggio sia per l’ingombro contenuto, sia per il peso che può scendere in alcuni modelli a 12 kg.
Un altro fenomeno in fase di forte crescita è l’autobus elettrico. Il motivo è semplice: a differenza delle auto private, i mezzi pubblici effettuano percorsi standard e programmati e quindi non temono la ridotta autonomia del veicolo. Nemmeno i tempi di ricarica attuali sono un ostacolo reale: i bus cittadini possono contare su depositi dedicati dove stazionare per diverse ore a fine corsa ed effettuare il pieno di elettricità senza fermi forzati. Secondo l’Uitp, l’associazione internazionale del trasporto pubblico, nel 2030 gli autobus elettrici rappresenteranno la metà del mercato dei mezzi pubblici urbani in Europa.
Un ulteriore motore di sviluppo è costituito dalla condivisione, la cosiddetta electric sharing mobility. I mezzi di trasporto elettrici sembrano essere l’ideale per questa crescente soluzione di mobilità.
Un’ultima considerazione merita il turismo sostenibile, che già in forte crescita con le due ruote non elettriche, ha ricevuto un’ulteriore spinta e diffusione grazie alle potenzialità delle bici elettriche che possono essere utilizzate con soddisfazione anche da soggetti non allenati.
Finora abbiamo parlato soltanto di vantaggi e crescita, ma parliamo degli ostacoli. Sul piano economico occorre considerare l’impatto negativo sul piano occupazionale di una conversione rapida dei produttori di automobili all’elettrico. A questo si aggiunge un’insufficienza infrastrutturale, sia in termini di diffusione delle colonnine, sia in termini di rete elettrica nazionale, che avrebbe bisogno di ammodernamenti, a cui aggiungiamo le infrastrutture in termini di viabilità, soprattutto per le due ruote che attualmente dispongono di limitati percorsi protetti.
Restano, ma in fase di miglioramento, i problemi di autonomia e di tempo di ricarica. Riguardo al primo si è passati negli ultimi 10 anni da una media di 120 km a più di 180 km da una ricarica all’altra, con punte di eccellenza di 540 km in auto di fascia poco accessibile. Anche i tempi di ricarica, con le ricariche ultra veloci, scendono a meno di mezz’ora, ma parliamo di colonnine ad alto rendimento, mentre in molti altri modelli i tempi si allungano.
Certamente siamo in presenza di un fenomeno complesso che richiederà interventi politici, fiscali e cambio di mentalità. Non ultima anche la consapevolezza che l’energia utilizzata per tutti questi mezzi elettrici dovrà a sua volta essere rinnovabile, altrimenti staremmo spostando soltanto il problema dalla città alle centrali, con effetti limitati sull’inquinamento globale.