Robot, studio Ocse sulla disoccupazione da automazione

• Uno studio dell’Ocse afferma che il 15,2% degli attuali occupati sarà espulso dal mercato del lavoro a causa dell’uso sempre più massiccio di robot e algoritmi di intelligenza artificiale; secondo lo studio, il 35,5% degli attuali posti di lavoro subirà sostanziali cambiamenti nelle modalità di svolgimento.

Settori a rischio – Al primo posto l’industria manifatturiera, già da tempo è alle prese con una profonda trasformazione nota come Industry 4.0. Al secondo posto c’è il settore del commercio, alle prese con il fenomeno dell’e-commerce, un’abitudine di acquisto che ormai coinvolge milioni di consumatori. Sotto pressione anche le attività immobiliari. Secondo l’Ocse, si avranno perdite di occupazione anche per l’agricoltura, le costruzioni, alberghi e ristoranti, traporto e magazzinaggio, Pubblica Amministrazione e difesa, attività finanziarie e assicurative, istruzione e servizi per la salute.

Italia – I posti di lavoro a rischio nel nostro Paese sono superiori alla media Ocse (15,2% contro 14%). Per gli economisti che hanno effettuato lo studio l’Italia paga la mancanza di adeguata formazione professionale. Solamente il 20,1% degli adulti italiani ha partecipato a programmi di aggiornamento professionale nell’arco dei 12 mesi precedenti la realizzazione dello studio.

Formazione – Secondo l’Ocse l’innovazione tecnologica porterà anche alla nascita di nuove occupazioni ma la fase di transizione sarà comunque dura e dovrà essere gestita con attenzione dalla classe dirigente. La principale arma in mano all’uomo per non essere sostituito dai robot è la conoscenza. Per questo motivo la pianificazione di percorsi di studio e di formazione professionale in linea che le mutate esigenze dell’economia sono considerate uno dei punti chiave che decideranno il futuro dei singoli Paesi.

Innovazione collaborativa – Al di là della ricerca OCSE, si citano campi in cui l’algoritmo e la robotizzazione offrono sviluppi favorevoli al dipendente. L’appplicazione più semplice consiste nell’offrire gratuitamente uno spazio d’archiviazione all’interno del server o cloud o sistema aziendale, in cui collocare busta paga, cartellino, saldo orario, crediti formativi, permessi, ferie, ecc.: i dati sono estraibili dall’azienda e dal lavoratore; è possibile estendere il servizio ai familiari del collaboratore; viene garantito un livello di sicurezza e trasparenza maggiore del semplice documento cartaceo.

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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