Revisione del catasto con effetti anche sulla prima casa

La riforma del catasto, contenuta nella delega per la riforma fiscale, sarà adeguatamente compresa, negli effetti, solo quando sarà materialmente applicata, fra qualche anno, chissà da quale governo.

Indipendentemente da come la si pensi al riguardo, Confiedillizia invita tutti i cittadini a prestare attenzione al tema, in particolare coloro che finora se ne sono disinteressati, ritenendo di essere al riparo da qualsiasi rischio, come i proprietari, o i prossimi acquirenti, della sola casa di abitazione principale. La stessa associazione sottolinea che, anche per la “prima casa” deve scattare l’allerta, per almeno 3 ordini di ragioni.

1. I dati catastali influenzano l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), attraverso il quale i cittadini accedono, a condizioni agevolate, alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità. Tra i parametri con i quali viene determinata la situazione economica del nucleo familiare del richiedente rientra, infatti, il valore catastale degli immobili di proprietà, “prima casa” inclusa. Più alto è il valore catastale (anche di questo immobile), minore possibilità vi sarà di ottenere la prestazione o il servizio.

2. Sui dati catastali si fondano i tributi sulle compravendite, in particolare l’imposta di registro. Maggiore è il valore catastale dell’immobile, maggiore sarà l’imposta che si pagherà al momento dell’acquisto.

3. L’Imu colpisce attualmente le abitazioni principali (le cosiddette “prime case”) solo se sono considerate “di lusso”. Con l’attuale catasto, hanno questa connotazione le unità immobiliari di categoria catastale A/1, A/8 e A/9.

Al proposito, va considerato che: a) la Commissione europea – oltre a raccomandare all’Italia di “aggiornare” il catasto al fine di compensare con maggiore tassazione sugli immobili una minore imposizione “sul lavoro” – ha suggerito anche di reintrodurre l’Imu sull’abitazione principale in via generalizzata;

b) con i nuovi inquadramenti catastali, le modalità di individuazione delle abitazioni considerate “di lusso” potrebbero determinare risultati molto diversi dagli attuali, con l’inclusione nella tipologia “di lusso” di un numero maggiore di unità immobiliari.

Pertanto, l’intervento sul catasto previsto dal Governo è un rischio per tutti i proprietari di casa, anche della sola abitazione principale.

La propaganda e la disinformazione (che non esistono solo nei Paesi “cattivi”), che possono provenire da qualunque direzione (anche dalle fonti “amiche”), persino quelle che si ritengono pregiudizialmente esenti da qualunque censura, possono essere combattute solo con l’impegno civico e la dedizione allo studio e alla comprensione dei principali fenomeni sociali ed economici, cercando di prescindere dal proprio punto di osservazione e cercando di essere aperti anche alle ragioni degli altri.

Autore: Stefano Zanon – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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