Stime di Unimpresa parlano di 15 miliardi di crediti fiscali bloccati a causa del raggiungimento da parte di banche e Poste Italiane del plafond di capienza fiscale. Si calcola che circa 90.000 cantieri siano stati bloccati.
Il 10.02.2023, un comunicato SACE ha informato dell’allargamento del programma “Supportitalia” alle imprese impegnate con il superbonus 110%, dando risposta alle preoccupazioni di un intero comparto, che vede a rischio la sopravvivenza di 25.000 imprese e 130.000 posti di lavoro. Unimpresa invocava un intervento delle Regioni, che con le loro società finanziarie potrebbero comprare dalle banche i crediti fiscali in evidente eccedenza rispetto alle stime iniziali, ma tale evenienza è preclusa ora per legge.
Garanzia SupportItalia nasce come strumento straordinario per sostenere le imprese colpite dagli effetti economici negativi derivanti dalla crisi russo-ucraina. Grazie al D.L. Aiuti e nei limiti dei 200 miliardi di euro di garanzie di Stato già stanziati dal D.L. Liquidità, SACE supporta le imprese rilasciando garanzie a condizioni agevolate, controgarantite dallo Stato, sui finanziamenti erogati dai soggetti finanziatori per aiutare le imprese a reperire la liquidità necessaria a fronteggiare gli effetti economici negativi derivanti dalla crisi russo-ucraina.
Il limite di importo dei finanziamenti ottenibili ammonta al maggiore tra: il 15% del fatturato annuo medio in Italia degli ultimi 3 esercizi il 50% dei costi sostenuti per fonti energetiche nei 12 mesi precedenti la richiesta di finanziamento. Davanti al blocco dei crediti fiscali, rimasti in mano alle imprese impegnate nei lavori del bonus 110% come il famigerato “cerino”, Garanzia SupportItalia è stata estesa anche al settore edile, per immettere la liquidità necessaria a portare a completamento migliaia di cantieri bloccati e salvare le PMI a rischio default.
La misura consiste in un pacchetto di garanzie rilasciate da SACE su qualsiasi finanziamento erogato da banche e istituzioni finanziarie nazionali e internazionali nei confronti di imprese edili, contraddistinte dai codici ATECO 41 e 43, che realizzano o hanno realizzato gli interventi di cui all’art. 119 D.L. 34/2020, e alla L. 77/2020.
Le imprese edili potranno valorizzare i crediti fiscali maturati fino al 25.11.2022, facendoli concorrere a determinare il proprio merito creditizio presso gli istituti di credito. Le linee di credito accordate dalle banche e garantite da SACE potranno essere utilizzate per finanziare i costi relativi a nuovi investimenti, capitale circolante, personale, canoni di locazione o affitto di ramo di azienda, in linea con quanto previsto dal Decreto Aiuti.
Nel mentre, appena qualche giorno dopo il comunicato di SACE, il 16.02.2023 il Governo ha pubblicato il D.L. 11/2023 rubricato “Misure urgenti in materia di cessione dei crediti” che dà un colpo di spugna all’intero meccanismo della cessione dei crediti e dello sconto in fattura, gettando nel caos non solo le imprese edili, ma anche un indotto enorme, che arriva fino a professionisti e imprese della meccanica, in particolare dell’impiantistica. Dal 17.02.2023 non è più possibile procedere con la cessione del credito, né con lo sconto in fattura, per interventi di: recupero del patrimonio edilizio; efficienza energetica; misure antisismiche; recupero o restauro della facciata; installazione di impianti fotovoltaici; colonnine di ricarica.
Il D.L. vieta, inoltre, alle Pubbliche Amministrazioni di acquisire crediti da bonus edilizi, rigettando la soluzione alla crisi del comparto edile avanzata da Unimpresa. I rilievi al DL arrivati da più parti lasciano sperare in prossime evoluzioni correttive del provvedimento.
Autore: Sabrina Silipo