Benedetta primavera

È già quasi tempo di Primavera

Non sappiamo ancora se arriverà luminosa e felice con il sole che si conviene e si adatta a lei, o se ritarderà il suo ingresso dal punto di vista meteorologico. Sta di fatto che l’inverno ha le ore contate, e ormai la primavera 2024 fa capolino e fa già parlare di sé, ammirata e tanto attesa.

Sì, perche soprattutto quest’anno, in mezzo alle guerre internazionali e a tante tristezze di conflittualità sociali, sentiamo più che mai il bisogno di una buona notizia, di un tempo di bellezza, di una riconciliazione con la natura, di un messaggio convincente di rinascita e di speranza. Benedetta primavera, davvero, prendendo spunto al contrario dal titolo della famosa canzone di Loretta Goggi, seconda classificata a un Festival di Sanremo di tanti anni fa, simpaticamente ritornata di moda e canticchiata dalla nuove generazioni in un revival attuale davvero curioso e sorprendente.

Non sembri un aggettivo troppo aulico ed elevato, fuori del contesto, attribuire comunque il termine “benedetta” alla primavera. Lo usiamo soltanto per fare il suo elogio, per “dire bene” di lei, per sottolineare il fatto che un po’ tutti avvertiamo il bisogno del suo arrivo, la necessità della sua riapparizione, l’importanza vitale del suo ritorno.

Certo, è un fatto di clima, un evento di natura, un fattore meteo, che sembrerebbe rimanere confinato in dinamiche esterne e ulteriori rispetto alle vicende umane comunemente intese. In effetti, l’arrivo della primavera appartiene alla sequenza ciclica degli avvenimenti stagionali e atmosferici del nostro pianeta, dentro un percorso di “routine” che interessa da sempre il succedersi stabile e certo dei periodi della natura in cielo e terra. Come sempre, si potrebbe dire, la primavera dopo l’inverno, alla fine dell’inverno, alla morte dell’inverno.

Niente di nuovo, apparentemente, nonostante “non esistano più le stagioni di un tempo”, come ormai si afferma in tante occasioni interpretando il sentimento popolare, e nonostante i cambiamenti climatici in atto stiano influenzando, mitigando e cambiando un po’ le caratteristiche consuete dei quattro classici tempi dell’anno.

Solo apparentemente, però, il rito della primavera entrante può essere annoverato tra i fatti scontati e ripetitivi, almeno in questa fase della storia dell’umanità nella quale, come detto, si sommano incertezze, inquietudini e ansie per “l’inverno dei cuori e delle menti” che sta provocando guerre, ostilità, contrapposizioni e conflitti sempre più sanguinosi e preoccupanti in varie aree del mondo. In generale, siamo sollevati e felici perché arriveranno a breve giornate di luce e di sole, il vedere riprenderà il suo spazio insieme ai fiori di ogni colore, i rigori della stagione fredda cederanno il posto alle temperature miti e ai contesti piacevoli all’aria aperta.

Ci riprenderemo la vita, insomma, tutta intera, non rinchiusa e costretta, ma libera, salutare, sportiva, di incontri e di relazioni, con l’animo autenticamente “primaverile”, perché più felice e disponibile per aver ritrovato un ambiente accogliente e sereno accanto alle nostre persone e all’esistenza di sempre.

Niente di scontato, però, nel nostro animo, nel nostro sentire profondo, nella nostra interiorità. La primavera potrebbe arrivare, infatti, con il suo carico indubbio di novità e di speranze, e noi potremmo decidere di continuare come se nulla fosse, come se la bellezza non avesse corso, come se il cambiamento esterno non dovesse in alcun modo avere effetti positivi sui nostri convincimenti, sul nostro stile di vita, sui nostri comportamenti verso il prossimo. L’abitudine, all’inverno, insomma, e in qualche modo alle cose vecchie e passate, ci farebbe timorosi e distratti rispetto alle straordinarie opportunità della primavera, alle possibilità di rinascita che vi sarebbero contenute ed espresse, alle potenzialità di un mondo nuovo che grazie a ciascuno di noi potrebbero sorgere e affermarsi proprio nella stagione che simboleggia l’ingresso e la vittoria della vita sulla morte, anche nella simbologia della stessa Pasqua cristiana.

Proprio il contesto planetario in cui ci ritroviamo oggi rende la primavera 2024 benedetta, attesa, propizia, favorevole. Dentro il cambiamento esterno dei ritmi delle stagioni, stavolta, possiamo decidere noi di concorrere  a mutare atteggiamento, a modificare le cose che non hanno valore, a dare importanza solo a ciò che merita, a porre la bellezza con tutti i suoi significati al centro del nostro benessere personale e delle nostre relazioni interpersonali.

Possiamo rinascere a primavera, migliori, e voltare definitivamente pagina, come fa la natura, rispetto all’inverno ormai trascorso con il suo carico di chiusure e di infelicità. Prendiamo esempio dalla primavera, e diamo forza e spessore alla vita nuova che nasce, ostinata e preziosa, sconfiggendo la terra brulla e le nebbie che limitano la vista e l’orizzonte. Facciamoci consigliare dalla primavera e dai suoi messaggi sorprendenti e innovativi, carichi di fiducia e di benevolenza: apriamo il cuore e la mente alla comprensione e alla pace, e ci sarà un nuovo umanesimo al servizio di tutti, in ogni stagione dell’anno.   

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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