Leggere, l’utile piacere

Non ci arrendiamo. Anche se le statistiche sono impietose, i dati poco confortanti, le prospettive di cambiamento a dir poco aleatorie. Come rilevava in tempi recenti  la nota docente universitaria ed editorialista Alessandra Graziottin, in Italia, oggi, il 70% degli adolescenti legge un solo libro all’anno, e non va sicuramente va meglio con gli adulti.

E rispetto a questo fenomeno negativo, la stessa Graziottin osservava: “Una perdita grave: di cultura, di stimoli, di conoscenza del mondo. Di gioia, ad ogni età, anche quando l’energia vitale si appanna e la salute non è più perfetta. Oltre che un antidoto potente al deterioramento cerebrale, spettro che angoscia chiunque osservi come invecchia la maggioranza della popolazione”. Perché è sicuro che il gusto della lettura accende tante aree del cervello, stimola a riflettere, a pensare, a conoscersi meglio, «per viaggiare con intelligenza delle cose», per “leggere dentro”, come recita l’etimologia stessa della parola “intelligenza”.

Anche il noto scrittore Enzo Bianchi aveva fatto riferimento al cuore della lettura: è una conversazione con l’autore, ma anche con se stessi. Una ricerca profonda di senso. Eppure, come detto,  l’attitudine a leggere è una prassi sempre meno diffusa in un’epoca in cui prevalgono invece i messaggini, i tweet, i “mi piace” frettolosi e superficiali. La lettura vera esige attenzione e raccoglimento. I suoi frutti più preziosi sono la crescita interiore e l’arricchimento culturale.

Leggere esige una disciplina del tempo, saper possedere e ordinare il tempo, essere protagonisti del proprio tempo. Richiede il saper dire di no all’accumularsi disordinato degli impegni, e imparare a pensare, attraverso l’assimilazione e il progressivo dominio di un linguaggio che trascenda la semplicità, e talvolta la banalità, della comunicazione quotidiana.

E’ una resistenza alla dittatura dell’informazione istantanea, come la definisce ancora Bianchi. Senza un linguaggio sufficientemente ricco e raffinato, non può sussistere un pensiero articolato e capace di osservazione critica. Come scoprire, o magari recuperare in età adulta, il piacere della lettura? Risponde ancora Alessandra Graziottin: “Cominciando a leggere ad alta voce ai piccoli, fin dai primi mesi: questo stimola l’intelligenza, la formazione di nuove sinapsi, un uso più precoce e competente del linguaggio, ma ristimola anche il nostro cervello, di lettori inteneriti da questo nuovo ruolo.

E continuando a leggere da adulti, difendendo questo piacere sottile, da gustare in sapida solitudine, da tutte le dannate interferenze e seccature della vita quotidiana. E se il tempo è davvero poco? E’ saggio muoversi sempre con un libro in borsa: un’oasi deliziosa per staccare, per riempire di bellezza ritardi non voluti e altrimenti subiti, per dimenticarsi, almeno per un po’, perfino di sé, ed entrare in altre vite, diverse, appassionanti, travolgenti. Un piacere che non costa – tutti possono chiedere i libri in biblioteca – e ci arricchisce immensamente: di emozioni, di gioia, di scoperte di mondi e vite lontane, nello spazio e nel tempo. Viaggiatori infiniti, anche nella quiete di casa. O in beata vacanza”. Intendiamoci: leggere non può essere considerato solo un passatempo, un obbligo imposto dalla scuola, ma deve essere apprezzato come una via indispensabile di umanizzazione, di silenzio, di ascolto e di rispetto. Umberto Eco affermava: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito … perché la lettura è un’immortalità all’indietro».

Immortali a ritroso nel tempo: l’immagine è molto bella e significativa, e dà l’esatta misura della ricchezza contenuta in un libro cercato e amato. Enzo Bianchi aggiunge poi due fondamentali osservazioni relative all’oggi e al predominio apparentemente irreversibile della tecnologia. Leggere è una procedura semplicissima: basta aprire un libro e iniziare nel punto desiderato: niente batterie, aggiornamenti di software, cadute della connessione, esaurimento di giga. In piena libertà posso poi chiudere il libro, o leggere pagine più avanti o tornare indietro … e posso pensare, meditare ciò che ho letto con il ritmo che decido io e del quale ho bisogno per comprendere le pagine scritte leggendole “dal di dentro”.

Leggere, inoltre, è «affermazione della libertà», una resistenza attiva contro la dittatura dell’informazione istantanea e superficiale dei social media, contro le «ciance fatte per durare un giorno» (Giacomo Leopardi, Pensieri LIX). Il potere della lettura di conferire senso e profondità alle nostre vite risalta con ancor maggiore forza per il fatto che viviamo in una società in cui «domina l’immagine», come ci ricordano le parole profetiche di Italo Calvino nelle sue  “Lezioni americane”. Un libro e le sue parole frantumano quegli specchi fatti di illusioni, ci sottraggono al disagio di quelle immagini spesso esagerate e insostenibili, rispettano la nostra attenzione e la nostra memoria.

Nulla di tutto ciò si può verificare in pienezza, però, se l’amore per la lettura non viene coltivato nelle famiglie e nelle aule da genitori curiosi e insegnanti preparati, perché la lettura è scuola di silenzio e di interiorità, di rispetto, attenzione e ascolto, una “conversazione” con chi è assente e può essere lontano mille miglia nel tempo e nello spazio, un gesto eloquente di accoglienza della parola di un altro e di sua interpretazione nella propria interiorità.

Ecco dunque il piacere della lettura, e la sua utilità, meglio necessità, per alimentare il pensiero e il benessere individuale, e per scrivere pagine ricche di nuovo umanesimo nella nostra vita individuale, e nella vita di tutti. Una vera missione culturale per i tempi moderni.  

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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