Memoria del futuro

Non ci aiutano di sicuro le moderne tecnologie del digitale, attraverso le quali la sensazione di un eterno presente accompagna le stagioni e i passaggi della nostra esistenza. Per effetto dei social, infatti, viviamo costantemente dentro una dinamica di stretta attualità, e non riusciamo soprattutto a riprendere in mano e a considerare il senso del passato, della storia anche recente, di quello che abbiamo vissuto.

Paradossalmente, proprio nel tempo in cui sarebbe più facile riappropriarci della nostra identità facendo i viaggi a ritroso per comprendere le ragioni profonde e la verità di quello che siamo stati, per capire meglio l’oggi e il domani dei nostri percorsi di singoli e di comunità, ci ritroviamo costretti e limitati dentro logiche di stretta contemporaneità, a scrutare gli itinerari e destini di un presente senza memoria, indecifrabile spesso perché privo di riferimenti generativi.

Perché la storia serve, e abbiamo bisogno di ricordare, ossia rimettere “al centro del cuore”, così come bisogna assolutamente riscoprire una cultura capace di dare nomi, volti e concretezza a quello che siamo stati, per realizzare davvero  chi siamo oggi.  In questi anni abbiamo assistito a tante dissipazioni, smemoratezze, incertezze sul tempo passato vissuto.

In molti casi, abbiamo dimostrato di non avere memoria, di non conoscere adeguatamente fatti, luoghi e volti della nostra comunità, di non riuscire a convincerci che in troppi casi la nostra stessa identità di persone e di cittadini rischia di essere mutilata in assenza della giusta conoscenza di ciò che è stato.

“La storia è un motore che ci porta, non un peso da portare”: è una frase pronunciata da papa Paolo VI, che dà il senso pieno di queste nostre considerazioni, preoccupate perché  in tanta pubblica opinione si ravvisa una certa resistenza e riluttanza a sapere prima, e a valutare  poi con le cognizioni del caso, il senso profondo di quello che è avvenuto e fa parte integrante della carta d’identità di soggetti, territori e comunità.

D’altronde, il flusso di “eterno presente” culturale e comunicativo nel quale siamo costantemente immersi si adatta a quella “società liquida” di cui parlano da anni gli esperti di modernità in riferimento proprio al nostro contesto di vita: privo di grandi valori e idealità, uniformato in una sorta di mentalità corrente in cui tutto sembra indistinto, omogeneo, privo di solidi ancoraggi e di importanti punti di riferimento.

Questa distrazione di massa rispetto al passato, questa disattenzione costante per quello che è accaduto prima di noi, a volte addirittura per le nostre stesse vicende e storie personali, va a incidere significativamente sull’attitudine a pensare e valutare correttamente noi stessi e le nostre comunità, a livelli sempre più ampi ed elevati.

Per esempio, se non si ha la percezione concreta e giusta di quello che le generazioni precedenti  hanno lavorato, combattuto e sofferto per vincere le grandi difficoltà del proprio tempo dal punto di vista economico e sociale, qualcuno è legittimato a pensare che le crisi, le incertezze e le inquietudini tipiche del nostro mondo d’oggi siano di fatto un “unicum”, un inedito, un “mai visto prima” che legittima lamentazioni, ansie e pensieri dolorosi su quanto accadrebbe in sorte soltanto nella nostra epoca.

E questo vale per tutto: per le conquiste sociali, per i progressi della scienza e della tecnica, per le scoperte della medicina, per i percorsi della libertà, della pace e della democrazia, per i sacrifici di tutti coloro che hanno donato vita, coraggio, novità e futuro alle generazioni successive. Davvero l’identità di un popolo è la sua storia, e più che mai va messa in pratica l’esortazione di chi non si stanca mai di ripetere che nello studio e nella coltivazione della memoria collettiva, a partire dalla scuola, ci sono le garanzie di un’esistenza migliore per tutti, culturalmente avvertita e solida nelle sue convinzioni.

Perché la memoria – come direbbe qualcuno – è “la vittoria della vita sul tempo”, è la capacità di fare presente del passato, di guardare consapevoli a quello che è stato per capire veramente le provocazioni e le domande forti dell’attualità, per discernere, per condividere, per operare efficacemente nella giusta direzione. Nella nostra vita, e per le vite degli altri. E’ “memoria del futuro”, in pratica, laddove si assumono le storie e gli insegnamenti del passato in una logica non di mera conservazione e custodia d’archivio o museale, ma come presupposto per affrontare le sfide dei tempi nuovi avendo con sé la forza e la ricchezza degli insegnamenti e degli esempi di ieri.

Era proprio “Memoria del futuro” il titolo della cerimonia di intitolazione del palasport di Pieve di Soligo al ministro Francesco Fabbri (1921 – 1977), un evento di pochi giorni orsono vissuto con grande spirito di comunità da tante persone nell’ottica della condivisione del pensiero e dell’opera dell’insigne statista del territorio che si è dedicato  al bene comune ai più alti livelli di rappresentanza e di governo nazionale.

Un momento sentito e partecipato, che ha tributato onore e gratitudine per la sua azione sociale e istituzionale concreta e lungimirante. E va detto che proprio nel segno delle vite illustri del passato, che hanno offerto un contributo elevato alla vita culturale, economica e sociale dei territori, si stanno registrando ormai da tempo in tante parti iniziative, pubblicazioni e celebrazioni importanti.

Non solo: fioriscono un po’ dovunque libri di memorie, mostre fotografiche, appuntamenti pubblici per anniversari istituzionali, meeting per speciali ricorrenze,  incontri revival di fatti, percorsi e traguardi con i protagonisti di ieri e di oggi.

Insomma, la storia non passa di moda, la vita vissuta viene ricordata, le vicende esistite vengono raccontate e trasmesse, perché siano di monito, di stimolo e di incoraggiamento soprattutto alle nuove generazioni. A partire dal basso, quello che è stato diventa vita e cultura, e la “memoria del futuro” si fa per tutti dono e responsabilità.

(Foto: Freepik).
#Qdpnews.it      
         

Total
0
Shares
Articoli correlati