Ospitali, felici e contenti

Ospitali, felici e contenti

Mentre si annunciamo numeri importanti e in deciso aumento per i viaggi degli italiani in occasione delle ormai prossime festività pasquali, sono stati definiti “straordinari” i dati 2023 del turismo in Veneto, presentati nei giorni scorsi a Venezia, con particolare riferimento all’area delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO.                             

Durante l’anno scorso, infatti, si è assistito a una crescita importante di presenze su questo territorio, 482.222  in totale, che segnano un + 18% rispetto al 2022 e un +8% rispetto al 2019. Come ha evidenziato Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, si tratta di un segnale eloquente del continuo interesse verso questa destinazione, che vede soprattutto un aumento di turismo straniero (+24,5% sul 2022 e + 16,6 sul 2019). Inoltre il 2024 è partito in crescendo, con dei numeri davvero importanti (+ 23% rispetto a gennaio 2023) a confermare la destagionalizzazione del turismo in questo ambito e un anno davvero positivo.

Va anche detto che in questi anni si è cercato di valorizzare e preservare l’autenticità di questo territorio, offrendo esperienze significative e coinvolgenti ai visitatori attraverso iniziative culturali e sportive. Infatti, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene non sono solamente rinomate per la loro tradizione enologica, ma anche per la loro straordinaria bellezza naturale, la ricchezza storica e culturale e l’accogliente ospitalità della comunità locale: è proprio questo mix di elementi che attrae sempre più turisti da ogni angolo del mondo.

E sempre di turismo, integrato e in rete, con un ruolo sempre più importante per aziende di settore sostenibili e competitive, si è parlato nei giorni scorsi in un convegno all’Abbazia di Follina, mentre la Carta dell’accoglienza e dell’ospitalità varata a livello di Regione Veneto è stata al centro di un importante workshop nella barchessa della sede municipale di Rua di Feletto, su iniziativa del comune di San Pietro di Feletto. 

Tutto questo mentre il fine settimana, e in particolare la Giornata regionale per i colli veneti di domenica 24 marzo, ha visto eventi, concerti, visite guidate e manifestazioni di ogni tipo intrecciarsi sul territorio con alto gradimento e grande partecipazione di pubblico interessato, giunto da ogni dove. Insieme all’evidente soddisfazione per questi felici traguardi, rimane il nodo di una comunità locale, composta da un reticolo diffuso di singole persone, imprese, associazioni e istituzioni, che devono fare una scommessa vincente su una forma di turismo veramente accogliente e ospitale, al di là dei numeri consistenti e confortanti, sicuramente di rilievo e fondamentali per poter pensare in prospettiva al futuro dell’area in questo specifico settore.

Andrebbe sottolineato, infatti, che proprio questo specifico territorio UNESCO dell’Alta Marca Trevigiana avrebbe le caratteristiche giuste per promuovere uno stile di vicinanza, prossimità, incontro e festa in chiave turistica, capace di esprimere quella dimensione generativa, esperienziale, emozionale, “slow” che viene richiesta dal pubblico soprattutto in questa fase di post – pandemia.  Del resto, i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nel settore dimostrano che oggi sono più che mai ricercate le mete originali, di pace e tranquillità, lontane dai flussi spersonalizzanti, che possano offrire veramente il riposo della mente e dell’anima e possano arricchire il turista nella sua identità e nei suoi “sentiment” con una proposta spirituale, culturale e di benessere unica, non standard e ripetitiva, massificante e spersonalizzante.

Il tema decisivo è proprio la qualità dell’ospitalità, che deve fare risaltare le peculiarità originali, uniche e irripetibili di un territorio, a cominciare dalla sua capacità di costruire un sistema in rete di soggetti, presenze e proposte che esaltino un approccio speciale, consapevole, diretto, premuroso e sorridente verso quanti decidono di trascorrere in questi luoghi un periodo delle loro vacanze e del loro tempo libero. La differenza si rende possibile grazie all’impegno collettivo di tutti e di ciascuno, nessuno escluso, orgogliosi e contenti della bellezza, della storia e delle opportunità speciali offerte dal proprio territorio e uniti nel racconto e nelle buone pratiche. Vale la conoscenza di tutto quello che si può offrire come prodotto, e di tutto quello che si può far sperimentare come vita vissuta, a contatto con le meraviglie che sono state donate alla comunità e che sono affidate alla cura e all’attenzione degli operatori e di tutti i residenti.

Valgono il senso di identità, la convinta appartenenza, l’orgoglio delle radici, la consapevolezza della ricchezza e dei tesori di paesaggio, arte, cultura, laboriosità e socialità che sono custoditi e sono pronti per essere consegnati alla vista, al cuore e all’esistenza dei visitatori e dei turisti. Soltanto se si è felici e contenti di questa bellezza tenuta in grembo, affidata, donata, mai scontata, si potranno generare  percorsi di accoglienza e di ospitalità altrettanto felici e contenti, a misura di un turismo personalizzato e fuori dal comune, espressione di un nuovo umanesimo in cui ritornano i volti e il primato della vita buona.        

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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