A Caorera, la storia “senza bandiera” della Grande Guerra attraverso i cimeli del Museo del Piave

Veneto Museo del Piave2

Caorera è un piccolo paese della sinistra del Piave che si trova lungo la provinciale che da Segusino porta nel Bellunese: nella struttura delle ex scuole elementari, ormai in disuso, dal 2000 riposa parte della memoria delle battaglie più rilevanti della Grande Guerra.

Rispettando la storicità di una collezione già esistente, quella di don Antonio Pavan, negli anni Cinquanta, il Museo della Grande Guerra raccoglie cimeli di indiscutibile valore storico, oltre a 50 pannelli provenienti dall’Ungheria e una sezione dedicata all’aeronautica, a cui dedicheremo un servizio a sé stante.

È gemellato con il Museo di Kobarid/Caporetto (Slovenia) e il Museo di Guerra di Budapest.

Veneto Museo del Piave2

Nel 2005 il salone venne inaugurato alla presenza dell’arciduca Georg di Asburgo, che visitò e apprezzo personalmente le sale interne e la parte esterna del museo.

L’attuale presidente Diotisalvi Perin decise di dedicarlo a Vincenzo Colognese, suo grande amico e altrettanto appassionato collezionista e curatore.

Ciò che distingue questo museo dagli altri è senz’altro l’approccio alle vicende storiche, che non si colora di nessuna bandiera né si ferma a parlare un’unica lingua: la drammaticità della guerra si riconosce attraverso l’esposizione di un enorme quantità di oggetti.

Alle sale inferiori il museo presenta la collezione dei pannelli ungheresi, dove la ricerca storica su questi temi e specialmente sul Piave è stata fortemente anticipata rispetto a quanto successo in Italia.

Le fotografie aeree di quei tempi e i documenti di guerra, le mappe e le attrezzature ben conservate raccontano chiaramente il punto di vista di quello che tra il 1915 e il 1918 era per noi il nemico.

Tante storie, di uomini, di territori e di oggetti, attraverso le vetrine del museo: una barca Ponton che è stata ritrovata nel 2004 sotto un vigneto e il cui ritrovamento è stato molto importante per comprendere il funzionamento delle attraversate da una sponda all’altra del Piave; l’illustre figura di Erwin Rommel, la volpe del deserto, di cui tutti conoscono il ruolo nella Seconda guerra mondiale ma che ricevette grandi onori per la sua destrezza e le sue capacità da stratega anche durante il primo conflitto; la copia dello Spad XIII, ovvero il caccia di Francesco Baracca (qui il link allo speciale dedicato) e i simulatori di volo, oltre a una sala audiovisiva dedicata.

È impressionante, inoltre, vedere la quantità e la varietà di armi depositate nelle teche, dai più classici moschetti italiani alle pistole Luger P08, Colt 1911 alle carabine inglesi Lee Enfield: segno di quanto il territorio sia stato lo sfondo non soltanto delle storie di coloro che hanno vissuto la guerra ma anche di chi ha cercato di ricostruirne le vicende, tra collezionisti e appassionati di storia.

Non tutti sanno che a Caorera c’è anche un parco dedicato all’imperatore Carlo I d’Asburgo e che fu proprio suo figlio Ottone a presenziare all’inaugurazione: nel parco c’è un pezzo di quello che era il ponte di Fener un tempo, fatto esplodere per evitare il passaggio dei nemici.

I tabelloni illustrativi descrivono anche le vite di altri personaggi, come Marco D’Aviano e, appunto, Erwin Rommel.

Questi uomini, in un modo o nell’altro, anche se magari con un’altra uniforme, hanno avuto a che fare con la storia del nostro territorio e l’hanno influenzata con le proprie scelte: visitatori, turisti e scolaresche ma anche studiosi e appassionati visitano il museo per l’oggettività di questa narrazione, che prima di tutto si pone il compito di descrivere i fatti esattamente come sono avvenuti.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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