A metà novembre il picco del virus. Zaia: “Non ci sono ancora i presupposti per un lockdown come a marzo”

Il picco di questa nuova ondata di Covid dovrebbe manifestarsi a metà novembre e anche in Veneto si attendono le prossime decisioni del governo italiano che potrebbe stabilire lockdown parziali, zone rosse o altre limitazioni agli spostamenti anche se Zaia ha spiegato di non aver sentito nei tavoli la parola “lockdown”.

Nel confronto delle Regioni con il governo non è emerso nulla di definitivo, tutti hanno espresso le loro idee e convinzioni anche se è mancata una proposta chiara sulla quale discutere.

Zaia pensa a nuove misure nazionali per limitare gli assembramenti: “Mi sembra di capire, sia dalla videoconferenza di ieri mattina che da quella di oggi, che a Roma aspettano la discussione in Parlamento. Probabilmente, prima di questa notte ci sarà un’altra convocazione, la terza in 24 ore, con le Regioni, il rappresentante dei Comuni e quello delle Province per capire che proposta ci sarà”.

“Da parte nostra siamo assolutamente pronti a dar corso ad eventuali restrizioni ma non sicuramente sul fronte delle attività produttive – ha aggiunto Zaia – Se oggi siamo qui a fare riunioni è per colpa di pochi che sono ancora convinti che il virus non li toccherà mai o che il virus non esiste: per questo motivo noi ci ritroviamo a pensare tutti i giorni alle restrizioni”.

Il governatore del Veneto è tornato sull’accordo con i medici di base che dovranno fare i tamponi rapidi ai loro assistiti e che verranno sanzionati in caso di rifiuto (qui l’articolo).

Il Veneto, grazie alla collaborazione di 650 medici (su 3.150) che si sono resi disponibili volontariamente, ha iniziato con i tamponi rapidi ai pazienti dei medici di base prima dell’accordo nazionale con la categoria, distinguendosi come prima Regione italiana che ha già fatto tutta la procedura con i medici di base che sono venuti al tavolo e hanno votato per recepire l’accordo nazionale a livello regionale.

Zaia non ritiene che ci siano gli estremi per un nuovo lockdown e resta in attesa di capire quali saranno le scelte delle autorità nazionali, in particolar modo sulla scuola e sui trasporti.

Per i ragazzi che hanno bisogno di essere seguiti a casa, è stato chiesto di portare al 100% il congedo parentale oltre al riconoscimento di un aiuto per accudire i figli (baby sitter).

Il presidente del Veneto ha sottolineato che la chiusura alle ore 18 dei ristoranti, luoghi nei quali si seguivano scrupolosamente le norme anti-contagio con protocolli molto rigidi, al momento non ha portato a una diminuzione dei contagi con effetti positivi tangibili.

Questi i dati di oggi, lunedì 2 novembre 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 2.350.517 tamponi molecolari, 60.797 positivi dall’inizio dell’emergenza (1.544 in più nelle ultime 24 ore), 32.933 positivi in questo momento, 15.743 persone in isolamento (1.125 persone sono uscite dall’isolamento nelle ultime 24 ore), 981 ricoverati in area non critica (solo 108 sono negativi), 141 terapie intensive (5 in più di ieri), 2.427 morti in totale (9 decessi nelle ultime 24 ore) e 4.814 dimessi.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati