Le immagini arrivate ieri da molti supermercati e ipermercati dell’Alta Marca Trevigiana e del Veneto in generale, nei quali si è assistito ad una corsa agli acquisiti di generi alimentari molto simile a quella che aveva caratterizzato la prima fase dell’emergenza Covid, ci hanno riportato alla situazione vissuta un anno fa.
Tutti hanno ancora impresse nelle mente le immagini degli scaffali vuoti nei supermercati e dei carrelli della spesa pieni di prodotti di ogni tipo e c’è il rischio che questa situazione possa ripetersi ancora, come se la popolazione si stesse preparando ad affrontare una nuova guerra nella quale le persone sono costrette a rimanere chiuse nei bunker per diversi mesi.
Nell’area di Pieve di Soligo, più di un cittadino ha fotografato dei cartelli che documentavano l’esaurimento di alcuni prodotti nei supermercati, emblematico è stato il caso del lievito di birra, perché in molti hanno voluto fare le scorte di cibo.
Giusto un anno fa le statistiche parlavano di acquisti di pasta cresciuti del 61% e quelli di farina addirittura dell’82% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un raddoppio per il cibo in scatola e le conserve e un balzo di oltre il 24% dei surgelati, quasi si temesse una lunga durata della pandemia.
L’emergenza epidemiologica, infatti, è durata molto tempo ma a nessuno è stato mai impedito di andare a fare la spesa e al massimo è stato chiesto ad un solo componente del nucleo familiare di entrare nei supermercati a fare gli acquisiti.
I dati di questi giorni, da quando è stata annunciata la zona rossa anche per il Veneto, descrivono correttamente i timori, i dubbi e le conseguenze psicologiche provocate da questa nuova fase della pandemia sulle persone.
Si assiste nuovamente a un grande smarrimento tra la gente e crescono le preoccupazioni delle famiglie per il venir meno delle lezioni in presenza nelle scuole, con bambini e ragazzi che rimarranno a casa tra mille problemi per i genitori lavoratori che devono trovare qualcuno che li possa accudire, senza dimenticare il caos mediatico sui vaccini, grande fonte di stress per molti italiani.
I veneti potranno ancora beneficiare dell’asporto fino alle ore 22 e delle consegne a domicilio e da domani in molti rivivranno in parte la situazione sperimentata un anno fa, con l’unica differenza che in questo momento manca lo spirito dei primi mesi della pandemia. Nessuno scrive più “andrà tutto bene” nei cartelloni con gli arcobaleni e la frustrazione e la stanchezza della gente ormai si toccano con mano.
(Foto: Instagram).
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