Attenzione all’attraversamento!

Un esemplare di orso

In una bella ricerca dei biologi giapponesi hanno misurato come le strade rappresentino una delle principali minacce per la sopravvivenza della fauna selvatica nel paesaggio frammentato moderno. Gli animali selvatici, dai grandi mammiferi come orsi e cervi fino a rettili e anfibi, si trovano a dover affrontare una rete sempre più fitta di infrastrutture che frammenta i loro habitat naturali.

Gli orsi generalmente evitano di attraversare le strade, dimostrando che queste arterie rappresentano barriere al movimento naturale delle specie. Durante la stagione degli amori, i maschi mostrano comportamenti più rischiosi rispetto alle femmine, attraversando tutti i tipi di strade e ampliando i loro territori che possono raggiungere oltre 120 km² nei maschi adulti, mentre le femmine si limitano a territori di 6-20 km².

La situazione cambia drasticamente durante l’iperfagia, il periodo in cui gli orsi si preparano al letargo. In questa fase critica, gli orsi possono consumare fino a 20.000 calorie al giorno, spingendoli ad attraversare strade che normalmente eviterebbero. Durante l’iperfagia, il territorio delle femmine può espandersi fino a 150 km², mentre quello dei maschi può superare i 400 km².

È interessante notare che gli animali attraversano più frequentemente le strade minori con cancelli, seguite dalle strade secondarie e infine dalle principali. Oltre il 65% degli attraversamenti avviene di notte, quando il traffico veicolare è ridotto. Le strade principali, con una densità media di 0,23 km/km², rappresentano la barriera più significativa, mentre le strade secondarie (0,79 km/km²) e quelle con cancelli (0,24 km/km²) sono percepite come meno pericolose.

L’impatto biologico delle strade è devastante: si stima che ogni anno oltre un milione di vertebrati muoiano sulle strade negli Stati Uniti. In Europa, le collisioni stradali sono responsabili della morte di 10 milioni di uccelli e 350.000 mammiferi annualmente. Per alcune specie minacciate, come la lince iberica, le collisioni stradali rappresentano la principale causa di mortalità, con oltre il 50% delle morti dovute al traffico veicolare.

Le strade non solo causano mortalità diretta ma hanno anche effetti indiretti sulla fisiologia degli animali. Gli studi hanno dimostrato che i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, possono aumentare del 30-50% negli animali che vivono vicino a strade trafficate. Questo stress cronico può compromettere la riproduzione, con una riduzione del 15-25% nel successo riproduttivo di alcune specie.

Le differenze comportamentali tra i sessi sono particolarmente evidenti nei mammiferi di grandi dimensioni. I maschi di orso bruno possono percorrere fino a 30 km in una singola notte durante la stagione degli amori, aumentando significativamente il rischio di collisioni. Le femmine con cuccioli, invece, tendono a rimanere in aree più ristrette, evitando zone ad alto rischio per proteggere la prole.

L’effetto barriera delle strade si estende ben oltre la carreggiata stessa. Gli studi mostrano che alcune specie evitano aree fino a 500-1000 metri dalle strade principali, creando una zona di influenza che può frammentare gravemente gli habitat. Per i grandi carnivori come lupi e puma, questa zona di evitamento può estendersi fino a 3 km dalle autostrade.

La frammentazione genetica causata dalle strade è un problema emergente. Popolazioni separate da autostrade possono mostrare una riduzione della diversità genetica del 10-15% in sole 5-10 generazioni, aumentando il rischio di estinzione locale. Alcune popolazioni di anfibi isolate da strade hanno mostrato una riduzione della variabilità genetica del 25% in meno di 20 anni.

Le soluzioni ingegneristiche come i passaggi faunistici hanno dimostrato la loro efficacia. In Canada, i ponti verdi hanno ridotto le collisioni con la fauna del 80-95% e hanno permesso a oltre 11 specie di grandi mammiferi di attraversare in sicurezza. I sottopassi per piccoli animali possono ridurre la mortalità di anfibi e rettili del 60-100% quando correttamente progettati.

L’adattamento comportamentale degli animali alle strade varia notevolmente tra le specie. Mentre alcuni predatori come volpi e coyote hanno imparato a sfruttare i bordi stradali per cacciare, altre specie come il gatto selvatico europeo hanno subito una contrazione dell’areale del 30-40% a causa della frammentazione stradale.

La ricerca sottolinea l’importanza di comprendere questi compromessi tra acquisizione di risorse e evitamento del rischio per sviluppare strategie di conservazione efficaci. Con oltre 64 milioni di chilometri di strade previsti entro il 2050, i biologi allertano su come sia fondamentale integrare considerazioni ecologiche nella pianificazione delle infrastrutture per preservare la biodiversità del nostro pianeta.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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