Autonomia, il Senato ha detto “Sì” ma le opposizioni minacciano il referendum abrogativo

Alle 18.23 con 110 voti a favore 63 contrari e 3 astenuti il Senato approva il Decreto-legge sull’autonomia differenziata. Sono passati oltre sei anni da quel 22 ottobre del 2017 in cui 2 milioni 273mila Veneti si recarono alle urne per esprimersi a favore dell’autonomia. Durante la votazione dai banchi dell’opposizione è stato cantato l’inno di Mameli seguito da un chiaro “Viva l’Italia” a dimostrazione di tutto il loro disappunto verso – come hanno più volte ribadito – un’Italia divisa.

Nonostante in questi 2284 giorni si è passati da parlare di federalismo fino ad arrivare a una più democratica Autonomia Differenziata oggi nell’aula di Palazzo Madama è arrivato il primo importante “si” per la sua attuazione. 

Giornata storica” esultano i leghisti veneti mentre da chi è contrario vengono mosse pesanti: “spaccherà il paese” tuonano le opposizioni durante le intenzioni di voto. Alle 16.30, in perfetto orario concordato, anche a causa della diretta Rai, il vicepresidente Gianmarco Centinaio ha dato il via alla seduta. 

Presenti in aula, seduti uno di fianco all’altro, il Ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli e quello dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini. ” è un passo importante verso un Paese più moderno ed efficiente, – ha commentato Salvini al termine del voto – nel rispetto della volontà popolare espressa col voto al centrodestra che lo aveva promesso nel programma elettorale, dai referendum di Lombardia e Veneto e dalle richieste dell’Emilia-Romagna e di altre regioni italiane. In questo momento mi sento di rivolgere un pensiero particolare a Bobo Maroni”.

Voto favorevole da parte di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento per l’autonomia, Civici d’Italia “giornata storica voluta dai cittadini per i cittadini” ha ribadito quasi commosso il senatore veneto Antonio De Poli.

Astenuti dal voto i senatori del gruppo misto-componente azione in quanto “l’autonomia è un bene ma non come fatta da questo governo”.

Voto contrario dagli esponenti di Italia Viva “è una legge fatta male“, del Partito Democratico “è solo uno scambio politico“, di Alleanza Verdi e Sinistra “raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo” e del Movimento Cinque Stelle “con oggi cadono le maschere patriottiche di questa maggioranza”. Voto a favore – in dissenso con il proprio gruppo – da parte della senatrice Mariastella Gelmini (Azione): “me ne ero occupata durante il governo Draghi – ha dichiarato – l’aspetto più importante è il passaggio dalla spesa storica al costo standard, vera responsabilità per tutti”.

Il gruppo della Lega in consiglio regionale del Veneto

“Dopo più di 30 anni di battaglie, di gazebo, di manifestazioni, di porta a porta, oggi il voto in Senato segna la prima tappa fondamentale della riforma per la quale ci siamo sempre battuti. Ci abbiamo creduto sempre, spinti da quel 22 ottobre del 2017 quando oltre 2 milioni di veneti votarono convintamente SI al referendum. Grazie, a nome di tutto il gruppo, al nostro b, al Ministro Calderoli e ai segretari Matteo Salvini ed Alberto Stefani”. ha commentato Alberto Villanova, Presidente dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta in consiglio regionale.

“La votazione di oggi rappresenta un passo significativo e decisivo non solo per tutte quelle realtà, come il Veneto, che hanno chiesto l’attuazione dell’autonomia differenziata, ma per l’intera nazione. – commenta il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo – È stata messa la prima pietra in quello che sarà certamente un lungo processo normativo, ma che dopo anni di slogan, promesse e propaganda ha potuto trovare concretizzazione solo con un governo targato Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni: era un impegno che avevamo preso chiaramente
in campagna elettorale, e Fratelli d’Italia mantiene sempre quello che dice, tanto da essere premiata dai cittadini proprio per la sua coerenza”.

Questo disegno di legge non è una riforma costituzionale, per questo motivo le opposizioni e anche alcuni sindaci del mezzogiorno hanno già annunciato battaglia con la raccolta delle firme per un referendum in cui si chiederà l’abrogazione. Dopo il voto di oggi il prossimo passo sarà il voto alla Camera.

(Foto: Qdpnews.it).
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