Cancro al seno, 10 mila vite salvate. Brescacin: “Regione Veneto modello e precursore, grazie a ricerca e prevenzione”

La presidente della V Commissione, Sonia Brescacin

 “La ricerca per combattere il cancro al seno, in Italia, ha salvato dal 2007 al 2019 più di diecimila vite. Un paese intero, vivo grazie alla prevenzione. E il Veneto, anche su questo tema, ha fatto da precursore e modello, come in tanti altri ambiti. I numeri lo confermano: solo nel 2022 nella nostra Regione sono stati diagnosticati 1.654 tumori su 255 mila donne dai 50 ai 74 anni, la maggior parte in fase precocissima. Investimenti e ricerca, su un ambito così delicato come la ricerca contro il cancro, sono fondamentali”.

Con queste parole, la Presidente della Quinta commissione consiliare, competente in materia sanitaria, Sonia Brescacin, commenta “i dati resi pubblici in occasione del Focus sul Carcinoma Mammario, convegno scientifico che riunisce in Friuli gli esperti del settore”.

“I numeri emersi da questo focus di lavoro evidenziano, ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza del tema della prevenzione – spiega la presidente -. Studio, approfondimento, comunicazione e ricerca sono essenziali per contrastare l’insorgere del tumore al seno.  E se in Italia si sta facendo molto, in Veneto si sta facendo anche di più e da più tempo. Già da tempo esiste infatti nella nostra Regione un programma articolato per la diagnosi precoce, inserito nell’attuale Piano regionale della prevenzione 2020-2025. Introdotto a fine anni ’90, prima che gli screening entrassero nei livelli essenziali di assistenza, ha allargato i controlli a una fascia maggiore della popolazione: mentre la legge nazionale prevede l’offerta alle donne tra 50 e 69 anni, la Regione Veneto ha ampliato il range fino ai 74 anni ed è pronta ad anticiparlo alle donne a partire dai 45 anni”.

“Importantissima è stata la scelta di programmazione sanitaria che ha istituito le Breast Unit, per offrire una risposta rapida e coordinata sulla diagnosi corretta, il trattamento medico o chirurgico e la successiva riabilitazione – aggiunge Brescacin – E tutto questo grazie a team multidisciplinari, che prendono in carico la donna dalla prima diagnosi attraverso le cure necessarie e fino all’auspicata guarigione. E sappiamo che la sopravvivenza dopo il percorso di cura è oggi al 95 per cento. Ma grande importanza la rivestono pure le campagne informative, in primis ‘Vivo bene, scelgo gli screening’: solo nel primo trimestre del 2023, l’adesione delle donne all’invito delle ULSS allo screening del tumore al seno è stata pari al 69 per cento; un ulteriore 10 per cento, dopo aver ricevuto l’invito, ha comunicato di aver già effettuato gli esami di screening attraverso altri canali”.

“Sono risultati importanti perché dimostrano la sensibilità e la concretezza del personale sanitario, dei cittadini e della Regione Veneto- conclude Sonia Brescacin – L’intervento eseguito ieri a Santorso, a beneficio di una paziente affetta da mutazione genetica, è la prova lampante di quanto importante sia la ricerca contro il tumore al seno in Veneto”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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