“Certificazione verde Covid-19 sospesa”: tentativi di phishing segnalati dal Ministero della Salute

A segnalare dei tentativi di phishing a danno dei cittadini è stato lo stesso Ministero della Salute che, nei giorni scorsi, ha diffuso sui propri canali social il facsimile di una mail ricevuta da alcuni cittadini, per mettere in guardia la popolazione.

Con il termine “phishing” si intende una forma di truffa oramai divenuta sempre più frequente, che consiste nel convincere la vittima a fornire delle informazioni personali che verranno poi utilizzate in modo improprio.

Il caso, segnalato dal Ministero della Salute, riguarda il Green pass: una mail, partita dall’indirizzo fasullo “ministerodellasalute.pro.it” è iniziata a circolare, segnalando al ricevente la sospensione del Green pass “per uso sospetto”.

Per riattivare la certificazione verde, quindi, nella mail falsa veniva inviato un codice il quale, unito al numero della tessera sanitaria da inserire in un sito indicato, secondo la mail stessa avrebbe dovuto sbloccare il Green pass del malcapitato destinatario dell’avviso.

Una procedura per la quale venivano fornite delle istruzioni anche per essere eseguita tramite smartphone.

Il Ministero della Salute ha smentito l’invio di mail di questo tipo, invitando la popolazione a contattare il numero 1500, per richiedere informazioni relative al Green pass. In effetti, finora il Ministero non ha mai segnalato casi o possibilità di sospensione del Green pass “per uso sospetto” e, sul piano delle comunicazioni, invia un sms una volta ricevuta la dose vaccinale, contenente il codice da inserire (unitamente al numero di tessera sanitaria) per scaricare la certificazione dal sito www.dgc.gov.it.

In questi giorni, inoltre, a coloro che ancora non avevano effettuato la terza dose di richiamo del vaccino, il Ministero ha avvisato tramite sms che il Green pass non sarebbe risultato più valido “per la riduzione del periodo di validità” della stessa certificazione: per il suo rinnovo, sarebbe quindi stato necessario sottoporsi alla “dose di richiamo”.

Un avviso privo quindi di codici e che non parla di sospensioni della certificazione, come nel caso della email fasulla.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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