Contraffazione alimentare, Zaia: “Su certi scaffali ci sono autentiche porcherie”

Luca Zaia, presidente della regione Veneto

“Il caso del Prosek è la dimostrazione che siamo imitati, siamo come una grande firma che trovi in spiaggia contraffatta” tuona dalla “sua” Godega di Sant’Urbano il governatore del Veneto Luca Zaia, poco prima di salire sul palco del tradizionale convegno sullo stato di salute del settore vitivinicolo veneto.

Che i prodotti italiani siano contraffatti non è cosa nuova, ma un tempo la “vittima” era solo l’abbigliamento made in Italy. Da qualche anno, invece, la tendenza è quella di imitare anche i prodotti tipici locali.

Il giro d’affari dell’Italian sounding e dei prodotti agricoli italiani sui mercati interazionali è da capogiro e vale circa 120 miliardi di euro: “Ne fanno parte anche i nostri vini contraffatti – prosegue Zaia –, il Prosecco in primis”. 

“Essendo massa critica sul mercato – prosegue Zaia – non dobbiamo abbassare la guardia. È inevitabile che ci siano molte imitazioni, molto spesso sugli scaffali di tutto il mondo ci sono delle autentiche porcherie vendute come vini locali”. 

La tutela è in mano ai consorzi delle varie denominazioni ma “vanno chiusi accordi a livello internazionale per essere sempre meno permissivi nei confronti di chi imita – conclude Zaia –. Penso che quello del Prosek sia un brutto segnale, l’Europa deve fare una lista dei prodotti di quelli che sono gli ambasciatori del continente nel Mondo e vanno difesi”. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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