Dalla disavventura di Giulio Topan e del suo barbone Didiè nasce la fondazione che salva i cani disabili: “Date loro una seconda possibilità, non sopprimeteli”

Didiè è un candido barbone gigante di sei anni, campione internazionale di bellezza, “fotomodello” nelle pagine di Vogue UK e testimonial dei divanetti Doge. È stato anche ospite del programma di Rai 2 “Detto fatto”, per la presentazione del progetto “Fitness a 6 zampe”.

Fino a dicembre il barbone gigante “The best in show” scorrazzava nel parco del dog resort e centro cinofilo “DeCouture” che Giulio Topan, il suo amico a “due zampe”, ha aperto a Cavriè di San Biagio di Callalta.

Bagni in piscina, dog dance, prove di ricerca olfattiva, passeggiate e corse scandivano le giornate di Didiè. Poi il 25 dicembre 2021 è stato colpito da infarto midollare e le zampe posteriori sono rimaste paralizzate.

Giulio Topan non ha pensato nemmeno per un minuto di abbandonare Didiè a una fine prematura e lo ha fatto ricoverare in una clinica veterinaria a Padova, gli ha garantito le migliori cure e un percorso riabilitativo, con la speranza che possa tornare a correre senza carrellino, come fa ora, insieme alla sua amica Isabelle. Le possibilità potrebbero esserci, ma la strada verso il “prima” è ancora lunga.

Una brutta esperienza che Topan ha voluto trasformare in qualcosa di positivo: aiutare i proprietari di cani che diventano disabili e che non possono permettersi costose cure veterinarie.

La fondazione con fini solidali si chiama “Didiè Raccolta”; promuove una “colletta”  con offerte libere, da incanalare in un conto corrente dedicato. Inoltre, Topan ha condiviso nei social quanto accaduto a Didiè, facendogli narrare in prima persona ciò che gli è successo, quale è la sua vita con le ruote al posto delle zampe e come gli “umani” lo stanno rimettendo in sesto. La storia “Didiè Racconta” dal 20 gennaio si può seguire in Instagram e fino ad oggi ha 711 follower.

Didiè è stato colpito da un ictus della colonna vertebrale. Una patologia che non ha una genesi precisa e nessun cane ne è predisposto più di un altro. È accaduto tutto il giorno di Natale. Non si muoveva più. Ho deciso di ricoverarlo nella clinica dove lo hanno sottoposto a risonanza magnetica e diagnosticato l’infarto midollare”, racconta Giulio Topan.

“Didiè è molto sveglio e adesso ha voglia di collaborare, ma nei primi giorni era più di qua che di là. Dopo tre giorni ha cominciato a riprendersi un po’ alla volta e mi ha dato la forza di andare avanti, sperando per lui uno stile di vita dignitoso, utilizzando il carrellino con cui adesso si sta muovendo. È tornato a casa, continua a fare la fisioterapia in acqua e il tapis roulant per stimolare le zampe posteriori” dice.

“Per fortuna io ho avuto la possibilità economica di curarlo ma, nella maggior parte dei casi, i proprietari di cani che hanno la stessa malattia di Didiè, e restano disabili, decidono di sopprimere i loro animali di fronte alle importanti cure veterinarie che devono affrontare. Perciò, mi sono chiesto, perché non provare a lanciare una raccolta fondi per aiutare le persone che vogliono continuare a lottare con il proprio cane? Ho voluto raccontare questa storia perché mi ha mostrato un lato diverso della vita. Parlando con i medici, ho capito che non ci sono molti studi per questa patologia rara, perché molti decidono di uccidere il cane trovandosi davanti a spese eccessive. Le cliniche veterinarie hanno dei costi esorbitanti, che non tutti possono permettersi”.

Topan ha creato la fondazione “Didiè Raccolta” per aiutare i proprietari in difficoltà economiche, in modo che non siano costretti a prendere decisioni radicali e possano offrire al proprio “quattro zampe” una seconda possibilità.

Inoltre l’iniziativa ha anche lo scopo di fornire supporto e conforto ai cani disabili e ai loro proprietari, anche grazie alla collaborazione di altre realtà.

“Insieme possiamo essere più forti. Nel profilo Instagram di Didiè dimostro i suoi miglioramenti e come sia fattibile stare con un cane disabile. Pochi ne parlano, ma è un problema che tocca molte persone – prosegue Topan – Forniamo anche informazioni utili su dove trovare aiuto in queste situazioni. In provincia di Venezia c’è un’associazione che si occupa di cani disabili, dalla gestione del carrellino e altre funzioni. In Emilia Romagna c’è una grande struttura che dà ospitalità ai cani disabili che le famiglie non vogliono più tenere a casa, perché si trovano davanti una situazione troppo difficile da gestire. La mia fortuna è che ho un centro cinofilo e che posso seguire Didiè stando a casa“.

Le coordinate bancarie per contribuire al progetto si possono trovare sulla pagina Instagram didie.racconta, accedendo al link dedicato. “In una settimana abbiamo raccolto 1.400 euro”, conclude Giulio Topan, “Adesso daremo visibilità all’iniziativa con pubblicità nei vari social. A chi ci segue faccio due inviti: il primo è seguire la pagina Instagram, dove continuerò a raccontare la sua storia e spero i suoi miglioramenti; il secondo è che, se potete, donate qualcosa, per dare una seconda possibilità a tutti gli amici pelosi”.

(Foto: Giulio Topan).
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