Decreto Legge Agricoltura, moratoria per un’azienda su tre e bene aiuti a filiere in crisi

Decreto Legge Agricoltura, moratoria per un’azienda su tre e bene aiuti a filiere in crisi

Giornata di formazione anche per Coldiretti Treviso che ha partecipato con oltre duecentocinquanta operatori del Centro di Assistenza in Agricoltura (CAA) di Coldiretti Veneto. Operatori di sportello, responsabili provinciali, istruttori e verificatori si sono riuniti a Mestre per un corso di aggiornamento legato alle procedure di snellimento burocratico per mettere gli imprenditori agricoli nelle condizioni di operare in piena semplificazione delle procedure.

Con il supporto della presenza dei funzionari di Avepa (l’organismo pagatore regionale) con cui la struttura si confronta quotidianamente, il direttore tecnico CAA nazionale Lorenzo Belcapo,  insieme al suo staff,  ha presentato le novità che interessano il settore: dalla carta dei suoli, al quaderno di campagna, alla gestione del rischio. L’incontro è stato salutato dal presidente regionale Carlo Salvan presente ai lavori con il direttore Marina Montedoro. Con l’occasione è stata annunciato il decreto legge agricoltura approvato dal Governo.

L’altro tema per cui Coldiretti si è battuta e che è stato inserito nel Dl agricoltura, è quello delle pratiche sleali. La novità più importante è la misura che garantisce pagamenti più rapidi alle imprese agricole che hanno subito pratiche sleali, attraverso il dimezzamento della sanzione per chi ha commesso una pratica sleale e sana la sua posizione. Positiva la decisione dell’individuazione dei costi medi di produzione su tutte le filiere, con il rafforzamento del lavoro di Ismea.

Un altro dei risultati importanti ottenuti è l’impegno per contrastare il problema della fauna selvatica. Bene gli interventi per contrastare la peste suina africana con lo stanziamento di ulteriore 20 milioni di euro e l’impiego dell’esercito per contenere l’invasione degli animali selvatici, spiega Coldiretti, che ora va sostenuto con piani regionali straordinari di contenimento, che sino ad oggi sono mancati, per assicurare una reale riduzione dell’eccessivo numero di cinghiali che assedia campi, stalle e strade.

Una vera e propria invasione che, oltre a devastare colture, rappresenta un rischio per gli ecosistemi e per la stessa sicurezza dei cittadini. I danni da fauna selvatica ammontano a 200 milioni di euro all’anno, oltre al rischio di diffusione della peste suina che minaccia gli allevamenti di maiali e l’intera norcineria nazionale. Sulla PSA sarà ora necessario, informa Coldiretti, fornire tempi certi per gli indennizzi e adeguate risorse per supportare gli allevatori negli investimenti da fare in allevamento per migliorare la biosicurezza.

Significativa anche la nomina di un commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, come richiesto nella lettera inviata tempo fa dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida dinanzi a una situazione che solo nel Delta del Po mette a rischio il futuro di oltre 2.000 tra molluschicoltori e pescatori, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne.

Soddisfazione per la decisone di tutelare l’agricoltura nazionale anche con un deciso stop al fotovoltaico selvaggio a terra. Coldiretti non è contro le rinnovabili, come dimostra anche la forte partecipazione alla misura del Pnnr per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine. Il modello vincente, informa Coldiretti, è quello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentano di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio.

Positivi anche gli interventi per sostenere le filiere produttive in difficoltà, in particolare il settore cerealicolo e quello della pesca e dell’acquacoltura, ai quali sono destinate le risorse del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nel limite complessivo di 32 milioni di euro, nonché gli interventi per le imprese colpite dalla «moria del kiwi» e da flavescenza dorata e la decontribuzione per le imprese agricole della Regione Emilia-Romagna colpite dall’alluvione.

Di rilievo anche il riconoscimento di un credito di imposta per investimenti effettuati dalle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura nella cosiddetta Zona Economica Speciale (ZES) unica.

Importanti, infine, le disposizioni di semplificazione che dovrebbero consentire alla Cabina di regia per la crisi idrica di approvare entro il 30 settembre 2024 un piano degli interventi urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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