Dentro la “psicologia dell’emergenza” con la psicologa Cristiana De Luca: lutto e trascuratezza durante il Coronavirus


Ormai da diverse settimane, a causa dell’epidemia da Coronavirus, le persone sono costrette a stare nelle loro case e a spostarsi solo per situazioni di necessità, esigenze lavorative e motivi di salute.

Questa situazione davvero surreale ha portato al peggioramento di alcune problematiche psicologiche, con l’aumento di disturbi legati alla convivenza forzata nelle abitazioni o all’angoscia e alla paura per quanto sta accadendo.

Grazie alla dottoressa Cristiana De Luca, psicologa dell’associazione Emdr, Qdpnews.it ha affrontato alcuni argomenti legati alla “psicologia dell’emergenza” di cui tanto si parla in questo periodo.

L’Emdr è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.

È un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 44 studi randomizzati controllati, condotti su pazienti traumatizzati, e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie come la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

La terapia Emdr ha come base teorica il modello Aip (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento Emdr.

Le persone in lutto in questo momento hanno una difficoltà in più – ha spiegato la dottoressa Cristiana De Luca – che è legata al non poter vivere il lutto che è fatto di sostegno delle persone care, di abbracci, anche fisici, e della cerimonia funebre e commemorativa che permette di dare una chiusura. Questo dal punto di vista psicologico è molto difficile. Credo che sia importante in questi casi cercare il sostegno il più possibile dei propri cari, anche a distanza, provare a pensare a quello che faremo e cercare di aver cura del proprio lutto e del proprio dolore”.

“Ci sono delle linee guida che possono essere applicate sia alle persone in lutto sia alle persone molto traumatizzate in questo periodo – aggiunge – Sono le linee guida che aiutano il nostro cervello a elaborare quanto è accaduto: mantenere le proprie abitudini, la propria routine, avere dei momenti in cui mi concedo il mio dolore, lo vivo, e avere dei momenti dove mi distraggo”.

È importante mantenere per gli anziani le relazioni sociali nella modalità in cui è possibile mantenerle – continua – Poi, quando ci sarà il momento, portare avanti il funerale e questi momenti commemorativi che vanno solo posticipati e non vanno eliminati perché sono molto importanti. Per quanto riguarda la situazione di chi si trascura in questi giorni di isolamento domestico forzato, anche qui ci sono delle linee guida perché noi parliamo di un periodo lungo di chiusura in casa e di alterazione delle nostre abitudini. Anche qui, il nostro cervello, invece, ha bisogno di regolarità. Regolarità è anche come io sono abituato a vestirmi, a truccarmi la mattina per andare a lavorare e a che ora mangiare perché questo aiuta a portare un po’ di normalità in una situazione di alta instabilità”.

“Ed è qui – precisa la dottoressa De Luca – che noi possiamo avere un po’ di controllo perché siamo in una situazione dove non sappiamo come andranno le cose giorno per giorno. Però possiamo prenderci cura di noi ed è qui che possiamo intervenire anche nelle piccole cose, nei rituali quotidiani, nella routine, nelle relazioni e nella cura del proprio corpo. Una buona indicazione, per esempio, è anche la ginnastica a casa, chi era abituato a fare un po’ di attività fisica è utile che la riproponga: molte palestre, per esempio, si riattrezzano facendo dei video”.

“Questo ci aiuta a scaricare e a decomprimere – conclude -, migliora il sonno e migliorano i sintomi d’ansia e depressivi: c’è un aspetto terapeutico su questo che ci riporta un po’ nella nostra vita e nella nostra normalità che è molto importante. Dobbiamo attraversare questo periodo prendendoci cura di noi il più possibile, mantenendo ciò che è buono per noi anche se non c’è una ricetta per tutti. Io adoravo fare il ricamo? Mi rilassava? Ok, mi prendo uno spazio per far il ricamo. Ho sempre voluto dipingere ma non potevo farlo? Aspetta che tiro fuori i miei colori. La cosa migliore è attingere già alle cose che io avevo e che mi piacevano, che io so essere buone per me, e magari avere l’occasione per tirar fuori qualche piccolo sassolino che avevamo lì e che non avevamo la possibilità di portare avanti”.

Secondo la dottoressa De Luca, di fronte alle catastrofi è possibile comunque imparare qualcosa, fare un passo di crescita come individui, come famiglie, come collettività e come Stato: questa visione ci può aiutare ad affrontare le richieste che sono tante e faticose per tutti.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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